In Sudafrica, martedì 19 novembre è iniziato il processo sul caso di Caiphus Nyoka, un attivista anti-apartheid di 23 anni ucciso dalla polizia nel 1987. Tre sospettati si sono dichiarati “non colpevoli” davanti al tribunale di Benoni, a est di Johannesburg. Questo processo sottolinea il desiderio delle autorità di portare davanti ai tribunali, dopo anni di stallo, i sospettati che non hanno ottenuto l’amnistia durante il periodo della Commissione per la Verità e la Riconciliazione.
Con il nostro corrispondente a Johannesburg, Claire Bargelès
Trentasette anni dopo gli eventi, la sorella di Caiphus Nyoka racconta come ha scoperto il letto di suo fratello inzuppato di sangue. Di fronte, tre anziani agenti di polizia bianchi continuano a invocare la legittima difesa. Questo incontro faccia a faccia è il risultato di un procedimento interminabile, secondo Jos Venter, avvocato della famiglia Nyoka: “ Questo è uno dei dossier che nascono dal processo di verità e riconciliazione. Per questo caso non c’è stata alcuna amnistia e alle autorità democratiche è stato chiesto di proseguire le indagini. Nel 2019, il signor Johan Marais ha finito per confessare a un giornalista che si era trattato di un omicidio.
Rivela la verità
Mercoledì 20 novembre si aprirà anche un altro processo, quello sull’omicidio di tre studenti attivisti, nel 1982.
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