Questo famoso marchio francese di decorazioni low cost è in grande difficoltà, i negozi chiuderanno?

Questo famoso marchio francese di decorazioni low cost è in grande difficoltà, i negozi chiuderanno?
Questo famoso marchio francese di decorazioni low cost è in grande difficoltà, i negozi chiuderanno?
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Questo iconico marchio francese di decorazioni a prezzi bassi sta attraversando una grave crisi. Tra debiti rinegoziati e vendite previste, il futuro dei suoi 700 negozi e dei suoi 6.500 dipendenti è più incerto che mai.

Il marchio francese GiFi, noto per i suoi articoli decorativi e i prezzi interessanti, sta attraversando un periodo critico. Fondata 45 anni fa da Philippe Ginestet, l’azienda versa in gravi difficoltà finanziarie e presto cambierà proprietà. Un’incertezza che preoccupa molto 6.500 dipendenti in Francia e solleva molti interrogativi sul futuro dei negozi.

All’età di 70 anni, Philippe Ginestet ha deciso di farlo devolvere, come ha confermato venerdì il suo avvocato Christophe Dejean. Dopo aver gestito l’azienda per quasi mezzo secolo, il fondatore desidera vendere il marchio per garantirne lo sviluppo futuro. “La priorità assoluta di Philippe Ginestet è quella di cedere le redini nelle migliori condizioni possibili per sviluppare questo marchio che ha tutto per diventare il numero uno nel suo settore”, mi ha spiegato Dejean.

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Finanze sotto pressione

Attualmente è in fase di predisposizione la vendita, che riguarderebbe esclusivamente l’attività commerciale e non il patrimonio immobiliare. La banca Lazard è stata incaricata di raccogliere le offerte, con scadenza fissata per questo lunedì, come spiegato Il Telegramma. GiFi, che ha realizzato un fatturato di 1,3 miliardi di euro lo scorso anno, è comunque dentro difficoltà per diversi mesi. Nel mese di marzo la società aveva già negoziato con i partner finanziari una rinegoziazione del debito, operazione resa necessaria da una “interruttore del computer” scarsamente controllato entro la metà del 2023. Nonostante questo accordo, il gruppo continua a subire pressioni, soprattutto da parte dei fornitori in attesa di pagamento.

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“Siamo per strada, il numero non c’è, siamo davvero nella buca”, deplora un rappresentante del personale a condizione di anonimato. Quest’ultimo riferisce inoltre che molti dipendenti hanno lasciato l’azienda, a volte sotto la pressione della direzione. La situazione provoca profondo disagio tra i dipendenti, che se ne pentono mancanza di comunicazione da parte della direzione. Nonostante richieste e solleciti, i dipendenti lamentano di non avere informazioni su quanto sta accadendo.

Una potenziale acquisizione e incertezze

Secondo indiscrezioni diffuse dai dipendenti, Alexandre Zouari, proprietario dei marchi Maxi Bazar e Stokomani, potrebbe essere interessato all’acquisizione di GiFi. Una voce recentemente confermata da Le Figaro il che rivela che è stata depositata una lettera di intenti da parte del gruppo familiare “perché non possono non guardare”. Per sindacati e dipendenti la priorità resta chiara: preservare i posti di lavoro. Con più di 700 negozi distribuiti in 17 paesi, la posta in gioco è alta per il marchio che impiega la maggioranza in Francia.

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Il futuro di GiFi dipenderà in gran parte dalle proposte di acquisizione che verranno presentate nei prossimi giorni. Se si trovasse un acquirente solido, il marchio potrebbe sperare di rilanciarsi e riconquistare il proprio posto in un mercato competitivo. Al contrario, la mancanza di una soluzione rapida potrebbe portare alla chiusura dei negozi e ai licenziamenti, uno scenario temuto dai dipendenti

Appassionata di notizie femminili, Agathe decifra le ultime tendenze dell’aufeminin dal 2022. Le sue aree preferite? Consigli di psicologia, alimentazione e benessere, senza dimenticare i consigli…

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