Colpiti, decisero di reagire immediatamente. Nel corso di una conferenza stampa congiunta, Bruno Le Maire, Gabriel Attal, Elisabeth Borne e Thomas Cazenave hanno risposto, martedì 19 novembre, alle critiche mosse dai senatori della commissione Finanze sul deterioramento dei conti pubblici dall’ottobre 2023. Ex ministro della Economia Le Maire ha criticato il rapporto al vetriolo dei senatori Les Républicains (LR) e Partito Socialista (PS) sulla responsabilità dei governi precedenti riguardo allo stato delle finanze pubblico, descrivendolo come “atto d’accusa contro gli oppositori politici”, “pieno di bugie”.
“Abbiamo anticipato collettivamente, reagito rapidamente, reagito con forza contro tutta l’opposizione, in particolare il gruppo repubblicano e il gruppo del Partito socialista che hanno continuato a proporre spese aggiuntive”ha insistito l’ex residente di Bercy durante un briefing con i giornalisti. “Si tratta di un attacco oltraggioso basato su accuse irrealistiche o false”ha aggiunto l’ex capo del governo Elisabeth Borne.
I due senatori, da lungo tempo oppositori del campo presidenziale, non lo hanno fatto “non è stato trovato alcun elemento tangibile che attesti che la situazione delle finanze pubbliche non sia stata presa sul serio”ha aggiunto Gabriel Attal. “Per una semplice ragione, non ce n’è uno.”ha continuato.
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“Negazione collettiva”
Martedì i governi precedenti sono stati gravemente danneggiati dalle conclusioni di una missione parlamentare del Senato sull’esplosione del deficit. Secondo le conclusioni della missione d’inchiesta, tutti gli ex leader, a Bercy, a Matignon come all’Eliseo, hanno la loro parte di responsabilità nell’ampliamento del deficit pubblico, previsto al 6,1% del PIL alla fine del 2024 , rispetto al 4,4% inizialmente previsto. Un deficit che scenderebbe solo al di sotto del 3% autorizzato dall’UE nel 2029, rendendo la Francia uno studente europeo povero.
“Al sentimento generale di negazione collettiva circa la situazione delle finanze pubbliche, si aggiunge ora un sentimento di irresponsabilità da parte di chi allora era al governo”ha lanciato il relatore di questa missione, il senatore (LR) Jean-François Husson, in una conferenza stampa. “Il governo in realtà conosceva lo stato critico delle nostre finanze pubbliche già nel dicembre 2023. Secondo noi avrebbe dovuto reagire con forza. Ma non lo ha fatto.”ha ripreso il presidente (PS) della commissione Finanze, Claude Raynal.
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I due senatori credono anche che siano passati molti mesi “perduto” nel risanamento dei conti, a causa dei rimpasti e soprattutto dello scioglimento, premessa di a “Troppa attesa nella nomina del nuovo primo ministro”. Si rammaricano anche dell’assenza di un bilancio rettificativo in primavera, deciso secondo loro dall’ “calcoli miopi” sullo sfondo delle elezioni europee e del rischio di censura.
Un “processo politico”
I due senatori ritengono che i servizi statali disponessero di informazioni sullo slittamento delle finanze pubbliche dalla fine del 2023 e che il governo sia stato lento ad agire o a comunicare sull’argomento. Si basano in particolare su diverse note interne del Tesoro, nonché su una lettera inviata il 13 dicembre 2023 dal ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, e da quello dei Conti pubblici, Thomas Cazenave, a Elisabeth Borne, allora Primo Ministro , raccomandandogli di comunicare “la natura critica di [la] situazione di bilancio».
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“I ministri hanno usato un doppio linguaggio” tra questa nota interna, percepita come a “avviso” di MMe Borne, e le loro rassicuranti posizioni pubbliche dell’epoca, indignarono la missione senatoriale. Durante le udienze gli ex funzionari si sono difesi da qualunque cosa “occultamento”assicurando che tutti abbiano “spesa controllata” e aver reagito rapidamente agli aggiornamenti economici, in particolare congelando miliardi di crediti.
La spiegazione, secondo loro, risiede soprattutto in un errore nella valutazione delle entrate fiscali, che sono state inferiori di 41,5 miliardi di euro rispetto alle previsioni. Anche Bruno Le Maire aveva scaricato parte della responsabilità sui suoi successori, criticando il governo Barnier per non averlo fatto “implementato” misure di risanamento predisposte durante l’estate dalla squadra dimissionaria. Gabriel Attal aveva difeso il suo ex ministro, castigando a “scandaloso processo politico e mediatico”.
L’Assemblea nazionale si prepara a subentrare: nelle prossime settimane guiderà una commissione d’inchiesta sullo stesso tema, guidata da Eric Coquerel (La France insoumise, Seine-Saint-Denis) ed Eric Ciotti (Unione dei diritti per la Repubblica, Alpi Marittime).
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