A 1.000 giorni dall’invasione russa, l’esercito ucraino resiste, Mosca rilancia ancora una volta la minaccia nucleare

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Il millesimo giorno di conflitto è stato segnato dall'uso da parte dell'Ucraina di missili a lungo raggio statunitensi. La Russia denuncia la volontà di “escalation” da parte dell’Occidente.

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Pubblicato il 19/11/2024 17:51

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type="image/avif">>Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, 5 luglio 2022. (SPUTNIK / AFP)>>
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, 5 luglio 2022. (SPUTNIK/AFP)

Lunedì 18 novembre gli Stati Uniti hanno autorizzato l’Ucraina a utilizzare missili americani a lungo raggio contro la Russia. Un'autorizzazione attuata la notte successiva. L'esercito ucraino ha colpito la regione di confine russa, contro un deposito di munizioni, ha confermato all'AFP un alto funzionario ucraino. Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, accusa gli Stati Uniti e l’Ucraina di volere un’escalation. Crede che questi scioperi segnino “una nuova fase” nel conflitto e accusa gli Stati Uniti di aver aiutato direttamente, con esperti, gli ucraini a compiere questi attacchi.

Da mesi Mosca afferma che la NATO, gli Stati Uniti e gli europei forniscono assistenza all’Ucraina in termini di intelligence e designazione degli obiettivi. Molti esperti lo ritengono probabile, ma per le autorità russe si tratta di un coinvolgimento diretto dell’Occidente nel conflitto. Sergei Lavrov ha minacciato ancora una volta l'Occidente, consigliando ai governi occidentali di leggere la nuova dottrina nucleare russa, ufficialmente approvata martedì dal Cremlino.

Il ministro ha promesso una risposta “appropriato” a questi bombardamenti. Anche in questo caso la formula è nota da parte russa. Così dice Mosca ogni volta che sembra essere oltrepassata una linea rossa, senza che ciò, finora, sembrasse incidere particolarmente sulla condotta della guerra. L’esercito russo bombarda già quotidianamente l’Ucraina, e negli ultimi giorni i raid si sono addirittura intensificati. L’esercito russo sta ancora avanzando nel Donbass lanciando molteplici attacchi contro le posizioni ucraine. Nella regione di Kursk i combattimenti continuano. La risposta russa è quindi probabilmente già in corso.

Martedì 19 novembre segna anche 1.000 giorni di guerra, ma questa data non è particolarmente nota in Russia. I principali media governativi filo-Cremlino non lo riferiscono, questo sarebbe un modo per evidenziare il fallimento del regime russo che pensava di prendere il controllo dell’Ucraina in poche settimane, rovesciare l’attuale potere e riprendere il controllo del Paese. La guerra continua e continua a causare decine, se non centinaia di migliaia di morti.

Tuttavia, i media russi parlano molto della guerra in Ucraina. In tutti i notiziari televisivi vi sono fino a tre servizi dedicati. L’obiettivo è continuare a mettere tensione nella società, per far sì che tutti si sentano preoccupati da questa guerra e siano finalmente pronti ad accettare i sacrifici che ne derivano.


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