19/11 Il prezzo dell’oro tocca il massimo della settimana, nonostante i segnali economici contrastanti

19/11 Il prezzo dell’oro tocca il massimo della settimana, nonostante i segnali economici contrastanti
19/11 Il prezzo dell’oro tocca il massimo della settimana, nonostante i segnali economici contrastanti
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IL prezzo dell’oro continua la sua avanzata per il secondo giorno consecutivo, raggiungendo il massimo settimanale di 2.620 dollari durante la sessione europea di martedì. Se le tensioni geopolitiche stanno alimentando la domanda di questo bene rifugio, l’appetito per il dollaro americano sta comunque rallentando l’impennata del metallo giallo.


Una ripresa frenata dalle aspettative della Fed

L’aumento dell’oro arriva mentre il dollaro attira gli investitori, incoraggiato dall’idea di una politica monetaria più prudente da parte della Federal Reserve. Con le prospettive di inflazione amplificate dalle politiche espansionistiche del presidente eletto Donald Trump, i rendimenti obbligazionari statunitensi rimangono elevati, esercitando pressioni sugli asset non redditizi come l’oro.

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Le tensioni geopolitiche sostengono l’oro

I conflitti persistenti, soprattutto in Ucraina e nel Medio Oriente, continuano a svolgere un ruolo cruciale nella richiesta di valori sicuri. La recente autorizzazione da parte degli Stati Uniti all’Ucraina all’uso di missili a lungo raggio ha aumentato l’incertezza sui mercati, aumentando così l’attrattiva dell’oro. Questo contesto incoraggia gli investitori a rimanere cauti prima di scommettere su un calo prolungato del metallo.

Analisi tecnica: resistenze chiave da tenere d’occhio

Dal punto di vista tecnico, il prezzo dell’oro ha superato un’importante soglia psicologica superando la media mobile a 100 giorni e il ritracciamento di Fibonacci del 23,6%. Tuttavia, una resistenza significativa si profila tra i 2.634$ e i 2.635$. Un movimento oltre questa zona potrebbe aprire la strada a livelli più alti, tra cui 2.655 e 2.664 dollari.

Al contrario, una rottura sotto i 2.600 dollari potrebbe segnalare un pullback verso i supporti strategici a 2.568 dollari e, potenzialmente, 2.550 dollari. Gli analisti restano attenti ai prossimi dati economici, come i permessi di costruzione statunitensi e i PMI manifatturieri, che potrebbero influenzare la traiettoria del metallo.


Le banche centrali, pilastri della domanda globale

L’oro mantiene il suo status di bene rifugio, largamente favorito dalle banche centrali. Nel 2022 hanno acquisito più di 1.136 tonnellate, segnando un record storico. Paesi come Cina, India e Turchia stanno aumentando le loro riserve per rafforzare la stabilità economica.

Correlazione con il dollaro e i mercati

Storicamente, l’oro mostra una correlazione inversa con Dollaro americano e buoni del Tesoro. Quando il dollaro si indebolisce, il metallo prezioso diventa più attraente. Questo meccanismo consente agli investitori di diversificare i propri asset, soprattutto durante i periodi di elevata volatilità sui mercati finanziari. Inoltre, un calo dei mercati azionari tende a sostenere i prezzi dell’oro, posizionandolo come uno dei principali beni rifugio.


Oro: un indicatore di fiducia economica

In quanto bene tangibile, l’oro spesso riflette la mentalità degli investitori di fronte all’incertezza. Il suo valore è influenzato da una complessa combinazione di fattori, dalle tensioni politiche alle decisioni delle banche centrali. In questo contesto, rimane un barometro essenziale della stabilità economica globale.

Domande frequenti, signore l’or

Perché investire in oro?
L’oro è riconosciuto come un rifugio in tempi di turbolenza. Funge anche da copertura contro l’inflazione e il deprezzamento valutario.

Chi compra più oro?
Le banche centrali, con acquisti record per stabilizzare le loro economie e rafforzare la fiducia nelle loro valute.

Quali fattori influenzano il prezzo dell’oro?
Le tensioni geopolitiche, i tassi di interesse e la forza del dollaro sono tra gli elementi chiave che determinano le fluttuazioni del mercato.

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