Sei giocatori francofoni erano in campo venerdì al fischio finale di Svizzera-Serbia (1-1). Questa forte presenza non deve nulla al caso.
“C’erano troppi Welsche (romani) sul posto perché funzionasse…” L’osservazione divertita di uno dei più influenti giornalisti di lingua tedesca non arriva dal cielo.
La squadra svizzera segue ora l’orario francese. Anche se ancora non parla pubblicamente in francese, Murat Yakin, infatti, non riesce più a nascondere il suo debole per i giocatori dell’altra sponda della Sarine quando lo contempla dal Friburgo. Venerdì sera ha concluso l’incontro con sei di loro, Aurèle Amenda, Kevin Mbabu, Andi Zeqiri, Zeki Amdouni, Joêl Monteiro e Dereck Kutesa. E a sentire i suoi commenti nel post partita, il tecnico non si rammarica di questa improvvisa preferenza accordata ai romanisti.
“Molto positivi gli inserimenti di Zeqiri, Monteiro e Kutesa”
Murat Yakin, allenatore svizzero
Il vodese, il vallesano e il ginevrino si sono presentati dopo l’ora con la missione di dare nuovo slancio a una squadra pronta a correre tutti i rischi. Dopo il gol d’apertura di Amdouni eravamo più vicini al 2-0, punteggio che avrebbe potuto riportare gli svizzeri in corsa per il secondo posto nel girone, che a questo fatale 1-1.
Forse dobbiamo tornare ai tempi di Roy Hodgson per trovare una maggioranza di giocatori francofoni negli undici. Il 22 giugno 1994 a Detroit, durante il successo per 4-1 contro la Romania ai Mondiali, in una partita che rimase per molto tempo la più vincente della sua storia, la Svizzera schierava sei giocatori della Svizzera romanda. fuori: Marco Pascolo , Marc Hottiger, Alain Geiger, Yvan Quentin, Christophe Ohrel e Stéphane Chapuisat.
Naturalmente non sappiamo se Murat Yakin darà lo stesso tocco latino alla sua squadra in futuro. Ma quello che sappiamo è che punterà sempre di più su Edimilson Fernandes, sostituito prima del gol del pareggio, e su Zeki Amdouni, marcatore contro la Spagna a Ginevra, la Danimarca a San Gallo e la Serbia a Zurigo. L’allenatore ora è un fan assoluto di entrambi i giocatori.
“Edimilson non gioca nel suo ruolo naturale, ma interpreta il ruolo di terzino destro con vera brillantezza. Quanto a Zeki, può ricoprire tutte e quattro le posizioni offensive in un 4-2-3-1. Gioca egregiamente tra le linee. E, soprattutto, non soffre in selezione la mancanza di tempo in squadra.
Murat Yakin, allenatore svizzero
A differenza di Noah Okafor che, secondo Murat Yakin, “voleva fare troppo bene”. “Solo che Noah non riesce a tenere il passo. Gioca così poco con il Milan”, aggiunge Murat Yakin tanto da rimandare praticamente alle corde il giocatore del Basilea. Con Breel Embolo ancora una volta disperato, il milanista è stato il grande perdente della serata. Non sapeva come cogliere questa “seconda” possibilità che Murat Yakin gli offriva.
Com’è possibile che lui sia solo l’ombra del giocatore che fece parlare tutta la sua classe una sera di novembre 2021 a Roma contro l’Italia? A 24 anni è già considerato uno “stato”. Forse è giunto il momento per lui di svanire davvero. (sda/ats)
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