Thibault Bissirier |
16.11.2024 |
ARTE CONTEMPORANEA/MOSTRE
Artista tuttofare, che si occupa di scultura, pittura, ma anche performance e installazione, Jessy Razafimandimby (nato nel 1995, Madagascar) presenta la sua seconda mostra personale alla galleria Sanstitle, a Parigi. Lì rivela un corpo di opere dipinte particolarmente intime, in particolare attorno al tema della maternità e della genitorialità.
Jessy Razafimandimby è una di quegli artisti che coltiva un acuto senso di moderazione e parsimonia, a cui si aggiunge una profonda comprensione delle forme, del loro accordo, delle loro relazioni e degli effetti che hanno su di noi e sulla nostra immaginazione. Non sappiamo quindi nulla di questa figura di spalle, enorme e rosea, saldamente accovacciata su uno sfondo giallo e soleggiato (Amore sciolto2024). No, non sappiamo nulla, eppure intuiamo, dietro questi fianchi rotondi, dietro il braccio arcuato a forma di culla, nella timida piega sopra un seno che vogliamo pesante e che immaginiamo come tale, qualcosa di “un mistero e un potere immenso”. Altrove, una coppia in stile Chagall si abbraccia sotto un uccello (Piccola passeggiata Doppio discorso2024). E poi, su sfondi bianchi, sagome, posture difficilmente decifrabili, protagoniste silenziose di una storia che esita a lasciarsi raccontare.
Per comprendere questa storia, dobbiamo prenderci il tempo di indagare per scoprire sotto tutte queste strane scene la natura molto particolare dello sconvolgimento che ha presieduto alla loro composizione: quello della maternità, l'annuncio della gravidanza della compagna dell'artista. Da qui questo totem girondino all'ingresso della mostra, questi sguardi teneri e queste carezze, queste specie di angeli in volo verso i pance aperti (Gli albori2024), da qui certamente anche questo tenue sentimento di preoccupazione e di dubbio. Questo mistero e questa potenza, di cui parlavamo sopra e che sfuggono alle parole, germinano nella notte e si diffondono sulla tela in visioni bizzarre.
Non ci sorprenderemo di trovare Vuillard nei soggetti ridotti a grandi ritagli; un po' di Maurice Denis nella sinuosità della linea e nei colori della terra; di Sérusier, sicuramente, nel giallo abbagliante e nel tormento degli sfondi; e Bonnard, infine, in questo silenzio opaco delle sere color malva e imbiancate. Oltre al repertorio di forme e alla gamma cromatica, Jessy Razafimandimby condivide con questi pittori Nabis un rapporto con la realtà intriso di misticismo. A modo suo, continua la ricerca di una spiritualità semplice, chiusa nella quotidianità e nelle luci febbrili del focolare domestico. Come loro, la sua arte oscilla tra sogno e realtà. È una figurazione dalle fughe liriche, astratte, magiche. La scenografia, inoltre, non manca di sottolineare il carattere intimo e quasi votivo delle opere di Razafimandimby. Lunghi veli bianchi dividono lo spazio, isolando ogni dipinto e obbligando a una deviazione. In sostanza, seguendo questa estetica avvolgente di “casa” e ritiro interiore, la seconda sala della galleria riproduce l’oscurità di una grotta. Si entra come se si entrasse in una cappella o in un rifugio, guidati appena dal chiarore delle luci notturne, quattro opere luminose costituite da ritagli di tessuto dipinto montati su metallo. In questo recinto di sogno i contorni sfumano fino al limite estremo del percepibile. Sentiamo il bisogno di sussurrare per non disturbare le ombre.
Se la sua esperienza intima della genitorialità resta il tema centrale della mostra, Jessy Razafimandimby la colloca in una riflessione più ampia, e soprattutto molto attuale, attorno alle nozioni di interdipendenza e convivenza, con i nostri simili così come con il vivere in una modo generale. Così, ad esempio, ricompare il motivo del cane (L'arcobaleno attorno al tuo collo lo invidio2024), questo fedele compagno dell'essere già presente in alcune sue opere precedenti e che concentra in lui l'esempio più lampante (il più antico?) della concordia e della complicità che si può instaurare tra due specie. L'artista ci ricorda il potere delle connessioni silenziose e ci invita a riconsiderare il nostro modo di abitare il mondo, di convivere in esso. Non sempre servono le parole per riconoscere l'affetto e la fiducia che si riceve, a volte basta uno sguardo per un sì.. •
Mostra “Quelli sì nei tuoi occhi” di Jessy Razafimandimby
Fino al 21 dicembre 2024 su Senza titolo
13, rue Michel le Comte – 75003 Parigi
sanstitre.gallery
Veduta della mostra “Quelli sì nei tuoi occhi” di Jessy Razafimandimby, Untitled, 2024. Courtesy dell'artista e della galleria. Foto: Aurélien Mole.
Jessy Razafimandimby, L'arcobaleno attorno al tuo collo lo invidio2024, acrilico su lenzuolo, 125 x 45 cm. Per gentile concessione dell'artista e della galleria. Foto: Aurélien Mole.
Veduta della mostra “Quelli sì nei tuoi occhi” di Jessy Razafimandimby, Untitled, 2024. Courtesy dell'artista e della galleria. Foto: Aurélien Mole.
Jessy Razafimandimby, Gli albori2024, acrilico su lenzuolo, 100 x 75 cm. Per gentile concessione dell'artista e della galleria. Foto: Aurélien Mole.
Veduta della mostra “Quelli sì nei tuoi occhi” di Jessy Razafimandimby, Untitled, 2024. Courtesy dell'artista e della galleria. Foto: Aurélien Mole.
Jessy Razafimandimby, Piccola passeggiata Doppio discorso (dettaglio), 2024, acrilico su lenzuolo, 100 x 20 cm. Per gentile concessione dell'artista e della galleria. Foto: Aurélien Mole.
Veduta della mostra “Quelli sì nei tuoi occhi” di Jessy Razafimandimby, Untitled, 2024. Courtesy dell'artista e della galleria. Foto: Aurélien Mole.
Jessy Razafimandimby, Lei è la mia debolezza adesso2024, acrilico su lenzuolo, struttura in acciaio, lampadina, 44 x 27 x 28 cm. Per gentile concessione dell'artista e della galleria. Foto: Aurélien Mole.
Jessy Razafimandimby, Civetta notturna2024, acrilico su lenzuolo, struttura in acciaio, lampadina, 45 x 36,5 x 22,5 cm. Per gentile concessione dell'artista e della galleria. Foto: Aurélien Mole.