Marocco, Algeria, Tunisia… Quando il prezzo del pane infiamma

-

Il pane è una storia vecchia, un po’ come il mondo! Per i preistorici risale al Neolitico e svolge un ruolo importante nella sedentarizzazione degli animaliHomo sapiens. Perché il pane significa necessariamente padronanza dell’agricoltura, sia che si tratti di coltivare il grano, l’orzo, il miglio, il farro…

Nell’antichità la locuzione latina “ panem et circenses » (“pane e circhi”) è sufficiente per illustrare l’importanza del pane nell’Imperium Romanum, all’epoca la principale potenza militare mondiale. “I cereali, soprattutto il grano e l’orzo, sono antiche colture mediterranee. La produzione si basa su tre grandi regioni, i tradizionali “granai” dell’antichità. Innanzitutto l’Egitto […]Siria […]Nord Africa, Ifriqiya in testa, in particolare attraverso le regioni della pianura di Medjerda […]. Noi troviamo anche, pure grano e orzo nel Maghreb centrale e occidentale, nelle regioni di Costantina e Sétif, sulla costa atlantica e negli altipiani del Marocco”, ricorda lo storico Maurice Lombard nella sua opera L’Islam nella sua prima grandezza.

il resto dopo questo annuncio

Fin dal Medioevo, sia a Parigi che a Baghdad o a Fez, le autorità hanno capito: l’aumento del prezzo del pane apre la porta a rivolte e insicurezza nelle città e nelle campagne. E anche oggi, dall’Egitto al Marocco, la situazione è quasi identica. I manifestanti della “Primavera araba” non hanno cantato all’unisono e chiaramente “Pane, libertà, dignità”?

Quando l’Egitto ha fame…

Un paese particolarmente emblematico di questa situazione, l’Egitto e il suo “pane baladi”. C’è da dire che è sulle sponde del Nilo che nasce il pane nacque la pasta madre, intorno al -4000 o -5000 a.C. Da allora, gli egiziani lo hanno consumato allegramente, raggiungendo più del doppio della media mondiale. Problema: il Paese delle piramidi non è più il “granaio” che era nell’antichità. Il Cairo deve importare grano – 10 milioni di tonnellate all’anno – ed è quindi sospeso dai prezzi del mercato mondiale.

il resto dopo questo annuncio

In questo contesto, lo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia nel 2022 è stata una pessima notizia per il Paese. Prima di allora, i sussidi per il pane ammontavano a 3 miliardi di euro all’anno. E se l’impennata dei prezzi dei cereali ha pesato sul bilancio dello Stato, questo resta riluttante a ridurre l’importo dei sussidi. Le autorità ricordano gli effetti dell’aumento del prezzo del pane nel 2011, il giorno prima della “primavera araba”, ma anche quella avvenuta nel 1977 sotto Anwar el-Sadat. Il paese visse poi diversi giorni di rivolte, l’esercito sparò sulla folla e si dovette istituire il coprifuoco per la prima volta dal 1952, il tutto con un bilancio molto pesante: 43 morti e più di 600 feriti. Alla fine Sadat ha invertito la rotta abbassando il prezzo del pane.

Leggere : Inflazione e potere d’acquisto: in attesa dei giorni senza pane…

La Libia ha visto il prezzo delle materie prime salire alle stelle nel 2021. Due ragioni principali per questo. Con la guerra le valute estere non entrano più, quindi il governo non può più sovvenzionare il pane come sotto Gheddafi, quando compravamo dieci pagnotte di pane per un dinaro. Nel 2022, Tobruk, la seconda città del paese, viene data alle fiamme. Il Parlamento va in fumo E giovani manifestanti scandiscono lo slogan “Pane ed elettricità”. Ancora una volta, chi detiene il potere teme il peggio: rivolte incontrollate e incontrollabili si stanno diffondendo a macchia d’olio ai quattro angoli del Paese. E ancora una volta sta invertendo il prezzo degli alimenti di base della popolazione.

il resto dopo questo annuncio

Anche la Tunisia ha vissuto questo tipo di crisi, sin dalla presidenza di Habib Bourguiba. Alla fine del 1983, il semaforo economico era rosso. Il paese si rivolge quindi al FMI e alla Banca Mondiale che, come al solito, chiedono una politica di austerità. Quindi la riduzione dei sussidi. Da un giorno all’altro il prezzo del pane – e anche della pasta – aumenta del 70%. La pillola no passaggio no: parti del sud del Paese, le rivolte si estenderanno al nord e a Tunisi. Vengono dichiarati il ​​coprifuoco e lo stato di emergenza. Seguirono dieci giorni di rivolte, i cui risultati furono sanguinosi. 70 morti, 400 feriti e mille arresti. Il 6 gennaio 1984 Bourguiba annunciò in un discorso solenne alla televisione di Stato che gli aiuti sarebbero stati ripristinati.

In Tunisia due categorie di panifici

40 anni e una “primavera araba” dopo, nel 2023, la Tunisia guidata dal presidente Kaïs Saïed deve affrontare ancora una volta difficoltà economiche. Oltre al pane mancano il caffè, l’olio… Insomma la maggior parte dei beni di prima necessità. Ma le autorità hanno imparato la lezione: nonostante le pressioni del FMI, che condiziona i suoi aiuti alla riduzione dei sussidi, non vuole sentire nulla. Invece Quello Per far salire i prezzi, il governo opta per un’altra politica standardizzando il panorama della panificazione del paese. In pratica si tratta di distinguere due categorie di panifici: quelli sovvenzionati, detti “classificati”, e quelli “non classificati”. Credendo che questi ultimi non stiano al gioco, le autorità finiranno per privarli dei sussidi, provocando proteste e code. Di fronte alla rivolta, Tunisi farà finalmente un passo indietro.

il resto dopo questo annuncio

Più a ovest, in Marocco, sono le rivolte del pane del 1981, a Casablanca, a restare radicate nella memoria collettiva. Costituiscono addirittura lo sfondo del film di Kadija Leclere, Il sacco della farinauscito nel 2012, e quello del recentissimo La Madre di Tutti IL bugiedel regista Asmae El Moudir, uscito nel 2024. Nel suo Storia del Marocco dall’indipendenza, lo storico Pierre Vermeren ritorna sulle ragioni profonde delle rivolte del pane nel regno cherifiano. “In accordo con la strategia liberale […] del FMI, l’aspetto economico è considerato prioritario rispetto a quello sociale. Ciò si traduce in un’austerità di bilancio imposta: congelamento degli stipendi dei dipendenti pubblici per più di dieci anni e riduzione dei sussidi. In un contesto di siccità, tali misure hanno conseguenze sociali esplosive. Tre anni dopo Casablanca, il 19 gennaio 1984 nuove città del regno furono colpite da violente rivolte per il pane. A Tetouan e Nador, nel Rif, i morti sono stati un centinaio. »

Leggere : Scontri ad Algeri contro l’impennata dei prezzi

La formula usata all’epoca da Driss Basri, l’indistruttibile ministro degli Interni di Hassan II, che parla dei “martiri della bacchetta”, rimasti nella memoria. Di fronte alla rivolta, il governo, che non vuole perdere la faccia, fa un mezzo passo, proponendo di dimezzare l’aumento del prezzo del pane. Fine del rifiuto da parte dei sindacati. Tutto poi è da rigiocare. Un mese dopo le prime manifestazioni, a Casablanca, il 20 giugno, ci fu un’insurrezione. Lo scrittore marocchino Zakya Daoud testimonia: “I carri armati assediano le strade e il giorno dopo visiteremo una città devastata, banche, automobili, autobus bruciati, negozi sventrati, strade distrutte. » Quarant’anni dopo, queste rivolte per il pane pesano ancora pesantemente sulla coscienza marocchina.

Anche la Mauritania ha vissuto le sue rivolte per il pane. Era il 2007, e aumentavano i prezzi di molti beni di prima necessità come pasta, riso, olio E la farina era in fiamme. Ma come sempre è il prezzo del pane, quello più simbolico, a colpire menti e stomaci. All’epoca fu l’aumento dell’IVA a causare un aumento dei prezzi dal 10% al 20%. In tutto il Paese la rabbia si sta trasformando in proteste. Lo Stato prova a argomentare, spiegando che altre imposte dirette sono state, contestualmente, eliminate. Di fronte ai partiti di opposizione che, approfittando del malcontento popolare, hanno indetto uno sciopero generale, le autorità – sostenendo un complotto controllato dall’esterno – hanno stabilito il coprifuoco. Gendarmeria e guardia nazionale invadono le strade della capitale. I leader dell’opposizione vengono arrestati.

Stesse cause, stesse conseguenze. Di epoca in epoca, di paese in paese, il prezzo del pane resta sicuramente un simbolo che le autorità toccano solo a proprio rischio e pericolo. E pericoli.

La mattina.

Ogni mattina ricevi le 10 informazioni chiave sull’attualità africana.

Immagine

-

PREV In due anni il prezzo del caffè robusta, una delle varietà più vendute, è aumentato del 200%.
NEXT Yaël Braun-Pivet, presidente dell’Assemblea, ritiene che “c’era un’altra strada”, quella di una “coalizione”, dopo la decisione di Emmanuel Macron