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– Un lavoratore autonomo ha consapevolmente omesso di dichiarare all'Urssaf più di 290.000 euro.
Un lavoratore autonomo ha dimenticato di dichiararsi più di 290.000 euro eppure è appena stato rilasciato dai tribunali. Questo fatto sorprendente ha avuto luogo nel Calvados ed è stato riportato da Ouest-France, mercoledì 13 novembre. Un microimprenditore di 32 anni, originario di Méry-Bissière, è stato processato martedì, in sua assenza, presso il tribunale penale di Lisieux. È accusato di aver deliberatamente omesso di dichiarare il fatturato della sua azienda tra il 2016 e il 2019.
Secondo i nostri colleghi, il 25 gennaio 2021 Urssaf ha allertato la procura di Lisieux che questo rivenditore di prodotti alimentari non aveva dichiarato per questi quattro anni la somma di 290.468,26 euro, corrispondente all'importo stimato del suo fatturato annuo. L'Urssaf chiude il conto il 22 febbraio 2017, prima di cancellare il lavoratore autonomo il 20 marzo. Chiamato a spiegare le sue ragioni a Urssaf, il trentenne non si è preoccupato di muoversi, anzi si è permesso di riattaccare in faccia al suo interlocutore, racconta Francia occidentale.
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Già 9 condanne nella sua fedina penale
Il 3 novembre 2020 il microimprenditore è stato informato tramite raccomandata che nei suoi confronti era stata avviata una procedura per lavoro occulto. Lo ritiene il tribunale di Lisieux“ha deliberatamente omesso di dichiarare la sua attività, il suo fatturato arricchimento personale» Il 13 luglio 2022 il caso è stato giudicato in composizione penale e l'imputato ha ricevuto una multa di 1.000 euro e gli è stato ordinato di seguire un corso di formazione alla cittadinanza.
L'uomo, però, che ha già 9 condanne nel suo casellario giudiziario (furto in riunione, lesioni colpose, guida senza assicurazione, senza patente, furto in riunione, uso di stupefacenti) non ha onorato l'ultima condanna, da qui la convocazione al processo di martedì udienza penale. Per il pubblico ministero, “Ci sono stati flussi significativi nei suoi conti tra il 2016 e il 2019. È stato avvisato via mail, poi della sua cancellazione. L’elemento morale è caratterizzato”. Ma contro ogni aspettativa, la corte ha ritenuto l'indagine incompleta perché non aveva un documento per verificare le informazioni presentate all'accusa, e quindi ha emesso un'assoluzione.