Francia-Austria a Euro 2024: gli Azzurri sono pronti alla prima sfida?

Francia-Austria a Euro 2024: gli Azzurri sono pronti alla prima sfida?
Francia-Austria a Euro 2024: gli Azzurri sono pronti alla prima sfida?
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l’essenziale
Dopo quasi una settimana in Germania e un contesto travagliato, la Francia esordisce lunedì sera contro l’Austria (21:00). Un primo incontro per lanciare una campagna che dovrebbe porre fine a 24 anni di attesa per un’incoronazione continentale.

In Germania, le salsicce non sono l’unica cosa che richiede troppo tempo. Anche il tempo si allunga eccessivamente. Sotto il cielo grigio di Paderborn, è sembrato infinito ai giocatori della squadra francese, arrivati ​​mercoledì in questo hotel di Bad Lippspringe, dove gli ospiti abituali preferiscono il crappie alla Play-Station. Ma i Blues sono finalmente usciti dalla tana e lunedì giocheranno finalmente a calcio. Dopo una battaglia che alcuni preferirebbero non combattesse, torneranno finalmente in campo. E competere contro un’Austria troppo “sottovalutata”, ha insistito Didier Deschamps, ma che dovremo battere anche oggi a Düsseldorf.

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All’inizio dell’Euro tutto è un po’ confuso, dalla politica allo sport e viceversa. Ma è tempo che i Blues si concentrino sulla speranza di inventarsi un destino come successori di Platini, titolato nel 1984, o di Zidane e Deschamps, nel 2000, le uniche due incoronazioni francesi nel continente. Anche qui l’attesa è durata abbastanza. “Ventiquattro anni sono enormi per un Paese come il nostro”, ha sussurrato Kylian Mbappé, capitano ed erede designato.

“Uscire dalla presa”

Solo che le amichevoli, contro il formidabile Lussemburgo, disperso (3-0), e l’impressionante Canada (0-0), non hanno dato il tono, per tanti incontri “incompiuti”, ha descritto Olivier Giroud all’alba del suo ultima avventura nella selezione. Paradossalmente, e l’ex giocatore del Montpellier ne è l’esempio migliore, questi giri di prova ci hanno ricordato che questa squadra ha bisogno di soffrire per essere brava e soprattutto per vincere, cosa che in genere ha fatto meglio negli ultimi anni. “È un colpo di richiamo, ora siamo pronti”, ha assicurato Benjamin Pavard questa settimana.

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Sarà necessario, lontano dalle due sconfitte subite contro la Germania nel settembre 2023 (2-1) e nel marzo scorso (2-0). Bisognerà rispondere al “gegenpressing” di questi austriaci. Discendenti di Mozart o Beethoven guidati da un direttore d’orchestra piuttosto insolito, un professore con gli occhiali, Ralf Rangnick, a cui non piace altro che infilarsi nella pancetta altrui.

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“Ho visto quasi tutte le partite degli Europei e il tratto comune è l’altissima intensità. E l’Austria ha questa forza, di mettere tanta intensità, tanta pressione”, ha sottolineato ieri il tecnico. “Dovremo uscire da questa tenaglia”, ha avvertito Marcus Thuram, al quale non poteva sfuggire le sette partite di fila senza battute d’arresto del “Rot-Weiss-Roten” (Rosso-Bianco-Rosso) e la voglia di questa selezione guidata dal centrocampista del Borussia Dortmund, Marcel Sabitzer.

Dubbi da scacciare

Gli azzurri sanno tutto di questa Austria. Hanno “mangiato con” lei nelle ultime settimane, ha sorriso Antoine Griezmann. Ora si tratta di deglutirlo senza masticare. Tanto per smettere di farne una montagna, perché Copacabana non è ancora a Vienna, quanto per giustificare questo status di favorito che accompagna i Tricolores, sfortunati finalisti nel 2016 ma anche ai Mondiali in Qatar nel 2022. orecchio ed esce dall’altro”, ha spazzato Ousmane Dembélé.

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Nella terra del Fortuna Düsseldorf, il club locale, le alterne fortune dei dirigenti disturbano tuttavia la serenità ambientale. Intorno a Kylian Mbappé, per il quale un colpo in preparazione valeva una preparazione elaborata al termine di una stagione portata all’estremo. Intorno ad Aurélien Tchouaméni, troppo stretto per partire dopo la frattura del piede. Oppure Adrien Rabiot, svezzato dalle partite per un mese a causa di un affaticamento muscolare. E, infine, attorno a un sistema asimmetrico in difesa, con Théo Hernandez più in alto a sinistra, che non ha ancora fatto scintilla. “Abbiamo preparato più tattiche, non solo questa”, assicura il terzino milanese.

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La Francia e l’Europa aspettano solo di vedere, adesso. Perché è ora di giocare a calcio per sperare in un 14 luglio di festa. E sindacato(i).
Che l’attesa finisca e che la musica abbia inizio.

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