Testimonianze
Articolo riservato agli abbonati
Con l’avvicinarsi delle elezioni legislative anticipate, “Libération” si è interrogato sull’impatto dei disaccordi politici sui legami d’amore, siano essi romantici, amichevoli o familiari. Possiamo amarci senza mettere la stessa scheda nell’urna? Non così sicuro.
La coppia in pensione di Oléron, Nicole (1) e Pierre, non presenterà la stessa scheda nelle urne il 30 giugno per il primo turno delle elezioni legislative. Dopo cinquantatré anni d’amore litigano ancora prima di andare a votare. Lei, ex insegnante di francese, è socialista. Lui, venticinque anni nell’Aeronautica Militare, vota a destra, a volte al centro. “Il Fronte Popolare mi sta a cuore, trombe Nicole. Anche se Mélenchon mi ha disgustato, sono di sinistra!” Peter lo taglia: “Il Fronte Popolare è il matrimonio tra carpa e coniglio. Non reggerà”.
Sono ancora d’accordo su un punto: “La Marina militare non deve acquisire potere.” Per loro, parlare di politica rischia di peggiorare il loro rapporto: “Non cerchiamo più di convincerci a vicenda, anche se litighiamo come bambini. Sappiamo che finirà male, quindi interrompiamo la conversazione. Tra le coppie, infatti, domina l’omogamia: il 66% delle persone che convivono tende dallo stesso lato, secondo uno studio Cevipof-Ipsos del 2017. I giovani sono ancora più esigenti: il 48% degli under 25 afferma di aver già rotto con qualcuno a causa delle loro opinioni politiche, tre volte più degli ultra 35enni