“Commovente e stimolante”: voto 3,7 su 5, questo è il film da vedere assolutamente questa settimana! – Notizie sul cinema

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Il nuovo film dell’atipico Leos Carax, “C’est pas moi”, uscito nelle sale questa settimana, ha una media stampa di 3,7 su 5.

Dopo l’impressionante film musicale Annette, Leos Carax torna con C’est pas moi. Mediometraggio di 42 minuti inizialmente destinato al museo George Pompidou, questo progetto più personale risponde a una domanda tanto esistenziale quanto vertiginosa: “Dove sei, Leos Carax?”


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Uscito questa settimana nelle nostre sale, C’est pas moi è stato ben accolto dalla stampa francese con una media di 3,7 su 5 (su AlloCiné, da venerdì 14 giugno e per 18 recensioni), davanti al thriller con Kristen Stewart Love Lies Bleeding e il documentario carcerario Tehachapi.

Di cosa si tratta ?

Per una mostra che alla fine non ha avuto luogo, il Museo Pompidou ha chiesto al regista di rispondere per immagini alla domanda: Dove sei, Leos Carax? Tenta una risposta, piena di domande. Su di lui, il suo mondo. Non lo so. Ma se lo sapessi, risponderei così…

Cosa ne pensa la stampa:

Secondo Le Monde:

“Il regista realizza la sua introspezione in un film di montaggio in cui dispiega ampiamente la sua immaginazione sensoriale.” (Jacques Mandelbaum) 5/5

Secondo i Cahiers du Cinéma:

“Non sono io documenta le vertigini di un regista che gioca con immagini che perdono il loro significato, sono emaciate. Vediamo solo l’altro lato, la produzione su uno sfondo oscuro. Dov’è Leos Carax? ​​Piange e ride a crepapelle da nessuna parte, dove è completamente buio.” (Yal Sadat) 4/5

Secondo L’Obs:

“Il saggio trasgressivo e straziante dell’erede spirituale di Godard.” (Nicolas Schaller) 4/5

Secondo La Croix:

“Con questo mediometraggio di 41 minuti, Leos Carax rende omaggio a uno dei suoi maestri, Jean-Luc Godard, cimentandosi in un saggio introspettivo sotto forma di collage di immagini che abbraccia la sua carriera e le sue ispirazioni.” (Céline Rouden) 4/5

Secondo Les Fiches du Cinéma:

“Ritratto dell’artista nei panni del Capitano Nemo, brillante, tormentato e asociale, quanto una visita al suo Nautilus mentale, C’est pas moi è – in forma godardiana – un concentrato di Carax, divertente, inventivo, esagerato, toccante, e proprio per questo costantemente stimolante.” (Nicolas Marcadé) 4/5

“Bello da mozzare il fiato”: voto 3,8 su 5, è il miglior film di Leos Carax

Secondo Liberation:

“Sovrapposto dal fantasma del suo idolo, Jean-Luc Godard, il mediometraggio del regista è punteggiato da immagini malinconiche, volti familiari e commoventi estratti di film amatoriali.” (Laura Tuillier) 4/5

Secondo Première:

“Il regista è commosso dal fatto che le immagini, come i nostri occhi, non battono più le palpebre. Il suo film batte bene. Poetico e generoso. E attraverso un montaggio incredibilmente denso e chiaro, si verificano le vertigini. Non sono sicuro che sia lui.” (Tommaso Baura) 4/5

Secondo Sud-Ovest:

“Leos Carax rivisita il suo lavoro senza solennità. Predilige la leggerezza, l’allusione. Ad esempio facendo cantare la marionetta del suo lungometraggio Annette to Modern Love, di David Bowie, musica da una scena cult di Mauvais. Parla con profondità del cinema , riguardo al potere delle immagini, ci dice, lo sguardo ha bisogno di riposarsi!” (Julien Rousset) 4/5

Secondo Les Inrockuptibles:

“In questo film popolato di fantasmi, la colpa è una delle forze motrici. La colpa di un secolo. La colpa di certi uomini. Di questi cazzi post-godardiani tra storia, immagini e “Riappare un bambino-burattino . (Jean-Marc Lalanne) 3/5

Secondo Le Figaro:

“40 minuti che mescolano estratti dei suoi film, racconto intimo e grande Storia (…), giochi di parole dubbi e frasi pretenziose. Non sono io? Carax non si assume nemmeno la responsabilità.” (ES) 1/5

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