“Uber, stop alla schiavitù moderna”, “Lavoro dalle undici alle dodici ore al giorno”: i driver dell’applicazione denunciano una quotidianità insopportabile

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Nel mirino dei manifestanti: la stessa società Uber ma anche le autorità pubbliche di Bruxelles. La rivolta chiede in particolare di rivedere i termini del “piano taxi”, approvato a fine 2022 dopo un’interminabile saga politica.

Da 1,80 €/km a 2,30 €/km per una corsa senza prenotazione: ecco i nuovi prezzi dei taxi a Bruxelles

Questi taxi stradali reclamano in particolare l’aumento del prezzo della corsa e l’accesso ai propri posti, finora riservati ai taxi di stazione. “È un vantaggio ingiusto. Quando siamo in fila perdiamo tempo ma soprattutto soldi. Per noi è una questione di redditività“, riferisce Karim. Si chiede infine il rinvio dell’elettrificazione del settore, prevista per gennaio 2025. “Adesso non possiamo indebitarci per cambiare macchina.”

L’aumento delle provvigioni è denunciato dalla società. “Uber ci prende fino al 35%. Ti rendi conto, il 35% di quello che guadagniamo. A ciò si aggiungono le tasse, il prezzo della benzina, dell’auto…“, peste Khaled.”Ora dobbiamo lavorare più di 10 ore per sopravvivere. Nei fine settimana bisogna lavorare”sospira Mohamed.

“Nei fine settimana bisogna lavorare”, denuncia Mohamed. ©Ro.Ma.

Prima, gli automobilisti potevano guidare sei ore e avere una vita a parte. Questo non è più possibile“, nota Jean-Paul Mbemti.

Sono uno schiavo”

Taxi a perdita d’occhio questo giovedì davanti al Palazzo di Giustizia. Ma davanti alle telecamere sono pochi gli automobilisti che osano parlare apertamente. “Uber può bloccare il nostro account in qualsiasi momento. Se lo fanno, cosa faccio? Ho le tasse da pagare, una famiglia”denuncia un anonimo autista di 46 anni. “Non voglio ritrovarmi senza reddito. Ieri ho ricevuto nuovamente un avviso per pagare le tasse, non ce la faccio più. Anche quando a volte lavori 14 ore. Sono uno schiavo. Non ho altre parole: schiavo

Finalmente il nuovo piano taxi dopo anni di liti tra autisti di Bruxelles: tutto per questo!

Molti manifestanti non lo nascondono: pensano di gettare la spugna e di smettere di collaborare con Uber. “Ma cosa fare? Ho tre figli. Non so cos’altro fare.”sospira Jallal da Laeken.

Questo giovedì, la mobilità nel centro della città è stata particolarmente disturbata da queste decine di manifestanti e dal loro corteo, che si è recato alla sede di Uber a Etterbeek, Place Poelaert, alla sede della FGTB e davanti al Parlamento di Bruxelles. “Questa manifestazione è l’inizio della guerra”. avverte Karim, uno degli autisti scontenti. “Non ci fermeremo, è solo l’inizio“, concorda il suo collega.

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