La retrospettiva dell’artista colombiano 92enne chiude un ciclo molto ispirato nell’edificio di Jean Nouvel. Un’artista dalla forza originale, come la sua nativa Colombia.
C’è una foresta incantata nel mondo intrecciato, annodato, intrecciato dell’artista colombiana Olga de Amaral, Pénélope contemporanea che, all’età di 92 anni, ha trasformato la Fondazione Cartier per l’Arte Contemporanea e ne ha restituito la natura selvaggia alla sua ultima mostra su boulevard Raspail, in questo 14e un quartiere fuori mano di Parigi dalla calma esotica.
Come l’immaginario medievale della leggenda arturiana trasposto con passione dal cineasta John Boorman in Excalibur (1981), bv è tutto un universo di colori e superfici, materiali e variazioni che danno sostanza a un altro paesaggio, un’altra percezione della realtà proveniente dalla mitica America Latina. In quasi 80 opere che cadono in cascate, che catturano la nascita del giorno o il tramonto, che luccicano dolcemente come le scaglie di mica nel granito, Olga de Amaral scolpisce la natura stessa.
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