Chiariamo innanzitutto che questo calo non è realmente un calo. In effetti, riducendo 100f sulla tanica da 20 litri (olio), si tratta di una riduzione di 5f per litro…
Al di là di questo declino “epsilonico”, l’approccio del governo alla riduzione del costo della vita pone un problema semantico e operativo.
A livello semantico, la teoria economica non ammette una gestione dei prezzi di output (prodotti di consumo finali) senza agire sui costi dei fattori.
Da un punto di vista operativo, fissare il prezzo della baguette a 160f porrà un serio problema di conio.
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Come ridurre i prezzi? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima analizzare la loro struttura. In generale, l’economia senegalese risente della lunghezza dei circuiti di distribuzione.
Per una soluzione praticabile ricordiamo che lo Stato non decreta un calo dei prezzi ma crea le condizioni attraverso una politica di incentivi. Per fare ciò il governo può agire su tre leve.
In primo luogo, dobbiamo ridurre lo stile di vita dello Stato (promessa elettorale apparentemente rinviata a data da destinarsi). Ricordiamo che Sonko e Diomaye dispongono rispettivamente di 9 miliardi e 11 miliardi di fondi politici, HCCT 8,5 miliardi, CESE 7,5 miliardi… Ciò permette di riallocare decine di miliardi in settori ad alto coefficiente moltiplicativo. Poi, il governo dovrà agire sul costo di fattori come l’elettricità, la farina, il carburante, la connessione per l’e-commerce… Infine, nel medio termine, bisognerà ridurre i circuiti di distribuzione per passare all’hard discount…
Rompere il termometro non abbassa la febbre!
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Dottor Samba Faye
Membro del comitato esecutivo della Repubblica dei Valori
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