Infastidita dalle sue piante di zamal, lo butta fuori e chiama la polizia

Infastidita dalle sue piante di zamal, lo butta fuori e chiama la polizia
Infastidita dalle sue piante di zamal, lo butta fuori e chiama la polizia
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Un uomo di 41 anni è comparso martedì davanti al tribunale giudiziario di Saint-Denis per violenza domestica. Ancora una volta il tribunale ha constatato un consumo eccessivo di alcol e la presenza di minorenni all’epoca dei fatti.

Scritto da RL – venerdì 14 giugno 2024 alle 7:43

Erano le 6:15 del 7 giugno quando la polizia arrivò a casa di una coppia a Saint-Denis. È stata una mamma a chiamarli, spiegando di essere stata vittima di violenza da parte del compagno. Quando sono arrivati, l’imputato era lì e, oltre all’avanzato stato di ebbrezza, presentava un ematoma all’arco plantare. Quattro ore dopo l’incidente gli verrà misurato il tasso di alcol nel sangue di 1,74 g/l. Anche la vittima non è da meno poiché racconta agli agenti: “ Abbiamo bevuto molto tutta la sera“. Menziona una fuga precipitosa e attesta: “ Avevamo un po’ di mal di testa“. Una cosa tira l’altra e si è scoperto che il cuore del problema proveniva dalla serra fatta in casa dell’uomo che la polizia aveva scoperto a casa della coppia. Infatti, stanca della presenza di questi stupefacenti nella sua abitazione, la giovane sradica le piante. Segue una discussione durante la quale l’accusato alza la mano su di lei. Lei non si arrende e lo spinge con forza contro il muro, a quel punto lui apre l’arco, finendo poi per buttarlo fuori.

Rifiutandosi di restare fuori, ha poi cominciato a molestare la compagna al citofono, fingendosi addirittura un agente di polizia per farsi aprire la porta. Dovrà togliere la corrente all’appartamento per farlo smettere. Più tardi, quando è tornata la calma, ha finito per lasciarlo risalire quando ha chiamato la polizia alla quale ha spiegato che “questoNon è la prima volta che mi schiaffeggia davanti ai miei figli“, cosa che i due giovani hanno confermato nel corso delle indagini. Lui, nonostante ammetta di averlo schiaffeggiato, si rifiuta di lasciare l’appartamento. L’accusa ha quindi deciso di farlo arrestare e porre in custodia di polizia. Finisce in tribunale per violenza abituale nei confronti del coniuge con l’aggravante della presenza di figli. Durante l’udienza la coppia è stata unanime su un punto: “ E’ dovuto all’alcol“. Da parte sua spiega di averla schiaffeggiata per “ riportatela in sé, perché non sta seguendo le cure per disturbi psichiatrici”.

Per il pavimento, “ se è lì è perché non voleva uscire di casa e dice che tornerà indietro“. Il pubblico ministero prosegue con i fatti, attestando che “ Non è la prima volta che aggredisce la signora, che è una persona vulnerabile e ha difficoltà a proteggersi. Dovrà staccare la corrente perché non smetterà di squillare. È una scena violenta che si svolge davanti agli occhi di suo figlio quattordicenne.“, conclude il magistrato che richiede una pena di 1 anno di reclusione con sospensione della libertà vigilata.

Sono due persone che bevono a una festa,” replica la difesa che insiste l’assenza di perizie psichiatriche in relazione alla patologia di Madame“. L’abito nero continua: “ Ha avuto uno shock carcerario dopo una notte in prigione, è consapevole che devono tagliare i ponti, soprattutto perché spesso è la vittima che torna da lui. È inserito e riconosce i fatti, vi chiedo una pena flessibile“.

Dopo la deliberazione, il tribunale ha dichiarato colpevole l’imputato e gli ha inflitto una pena detentiva di 1 anno con sospensione della libertà vigilata, divieto di presentarsi a casa della signora nonché obblighi di assistenza e di lavoro.

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