CRITICA – Uno dei più grandi scrittori russi del XX secoloe secolo racconta dettagliatamente i primi mesi della guerra tra russi e tedeschi, in Ucraina, nella regione del Donbass, senza nascondere nulla delle atrocità naziste.
Dello scrittore e giornalista sovietico Vasily Grossman (1905-1964) sappiamo per primo Vita e destino. Un immenso affresco della Russia sovietica in guerra, una sorta di romanzo mondiale di cui riprende la struttura narrativa Guerra e pace di Lev Tolstoj per evocare l’offensiva tedesca e la controffensiva sovietica culminata con la vittoria dell’Armata Rossa a Stalingrado il 2 febbraio 1943. Sullo sfondo del dramma bellico in cui compaiono come personaggi Hitler e Stalin, il romanziere ripercorre il destino di una famiglia ebrea dispersa dalle forze del destino tra la Germania e la Siberia, attraverso una trama densa e complessa che racconta un’epoca di sventure in cui l’immagine di un ragazzo in La strada verso una camera a gas ha il dono di pietrificare il lettore.
Le battaglie vittoriose dell’esercito sovietico non impedirono a Vasily Grossman, lui stesso vittima dell’antisemitismo russo durante la liquidazione del Comitato antifascista ebraico da parte di Stalin nel 1952, di vedere che il regime stalinista…
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