“Dopo l’elezione di Donald Trump, occorre finalizzare quanto prima una “offerta europea” sull’Ucraina”

“Dopo l’elezione di Donald Trump, occorre finalizzare quanto prima una “offerta europea” sull’Ucraina”
“Dopo l’elezione di Donald Trump, occorre finalizzare quanto prima una “offerta europea” sull’Ucraina”
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NNovembre 2013: un accordo nucleare tra le potenze occidentali e l'Iran è in vista sulle rive del Lago di Ginevra. Ma l’allora ministro degli Esteri francese Laurent Fabius si è unito ai negoziati, ha bloccato il consenso emergente tra le parti e ha presentato ulteriori richieste. Le discussioni si concluderanno un po' più tardi, ma su una base più soddisfacente, poiché gli americani nel frattempo hanno accolto le proposte della Francia. [l’accord final impose notamment à l’Iran une limitation à 5 % de son enrichissement d’uranium].

Cosa c’entra tutto questo con la vicenda ucraina di fine 2024, all’indomani della vittoria elettorale di Donald Trump? Oggi, come ieri, sono gli Stati Uniti a decidere: è già stato così con Barack Obama, a priori ancora di più con Trump. Oggi come ieri, nonostante le farneticazioni di cui Parigi, in particolare, non è mai avara, gli europei devono accontentarsi di un ruolo secondario, non necessariamente trascurabile come abbiamo appena ricordato per l'accordo sul nucleare con l'Iran.

Per quanto riguarda l’Ucraina, le cose sarebbero andate diversamente se, già a gennaio o febbraio, le principali capitali europee fossero state capaci di prendere decisioni forti in termini di trasferimenti di armi: massicci ordini congiunti di missili da parte di Parigi e Londra all’Unione franco-italiana -La società britannica MBDA, consegne di missili Taurus tedeschi all'Ucraina, per fare due esempi. Ma non è stato così. Gli storici giudicheranno.

Evitare una nuova Monaco

Una delle principali differenze tra l’Iran nel 2013 e l’Ucraina nel 2024 è che, nel primo caso, il “formato” negoziale includeva gli europei. Se domani si aprissero i negoziati sull’Ucraina – e sappiamo che Donald Trump è ansioso di risolvere il problema ucraino prima di entrare in carica nel gennaio 2025 – ci sono tutte le possibilità che gli europei si ritroverebbero emarginati.

La prima sfida posta agli europei dal ritorno di Donald Trump è questa: come influenzare Washington per evitare una nuova Monaco [en référence aux accords signés en 1938 entre l’Allemagne nazie, l’Italie fasciste, la et le Royaume-Uni, afin d’éviter la guerre, qui éclatera quelques mois plus tard…]che inciderebbe profondamente sugli interessi del Vecchio Continente?

Chiariamo la nostra sensazione: la probabilità che venga raggiunto un accordo russo-americano non è garantita; Vladimir Putin potrebbe non essere in grado o addirittura non voler concludere un simile accordo. Ma possiamo fidarci che sfrutterà un’apertura americana, almeno nel senso di peggiorare la situazione. In entrambi gli scenari l’Europa avrebbe potenzialmente molto da perdere.

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