Sistema pensionistico: il deficit al 2030 si allarga più del previsto

Sistema pensionistico: il deficit al 2030 si allarga più del previsto
Sistema pensionistico: il deficit al 2030 si allarga più del previsto
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©Starmarpro/Adobe Stock

– Il Retirement Orientation Council (COR) pubblicherà il suo rapporto annuale giovedì 13 giugno 2024.

IL Consiglio di orientamento sulle pensioni (COR) pubblicherà giovedì la sua relazione annuale, rivista nella forma e nei contenuti previsione leggermente al ribasso a causa del recente abbassamento delle previsioni economiche del governo, secondo una copia del rapporto visionata lunedì dall’AFP. Il Consiglio direttivo incaricato di fornire una diagnosi condivisa sullo stato di salute del sistema pensionistico prevede ora un deficit pari a -0,4% del Pil per il sistema pensionistico nel 2030. L’anno scorso, nelle sue prime previsioni dopo la controversa riforma delle pensioni, il COR era più ottimista, attestandosi a -0,2% del PIL entro il 2030.

Le previsioni sono “un po’ più degradato” rispetto allo scorso anno, a causa in particolare del recente peggioramento delle previsioni macroeconomiche del governo, secondo il rapporto. A questo peggioramento contribuisce anche la rivalutazione delle pensioni integrative Agirc-Arrco nel novembre 2023, un po’ più alta del previsto, rileva il documento. IL spese pensionisticheil principale indicatore finanziario utilizzato nei confronti internazionali, diventare più pesante anche leggermente, al 13,7% del PIL nel 2030 (13,5% nel rapporto dello scorso anno) e al 13,2% del PIL nel 2070 (13% nel rapporto dello scorso anno). Il deficit del 2024 è stimato al -0,2% del Pil, dopo un surplus del +0,1% del Pil lo scorso anno.

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Ipotesi meno ottimistiche sulla crescita della produttività del lavoro

L’edizione 2024 del rapporto del COR è la prima sotto la guida di Gilbert Questo, nuovo presidente che è succeduto a Pierre-Louis Bras, destituito dal governo dopo quasi nove anni alla guida dell’istituzione. I sindacati, che partecipano ai lavori del COR con parlamentari ed esperti, hanno visto in questa partenza un segnale di presa in carico del governo, dopo le tensioni emerse durante la riforma delle pensioni. Il governo aveva criticato il COR per aver ridimensionato l’entità dei deficit futuri e poi, dopo la riforma, per aver esagerato i deficit futuri.

Sotto la guida di This, la nuova versione del rapporto utilizza ora ipotesi di crescita della produttività del lavoro in qualche modo meno ottimista rispetto alle precedenti (4 ipotesi tra +0,4% e +1,3%, rispetto alle 4 ipotesi tra +0,7% e +1,6% precedenti). Anche il Comitato sceglie chiaramente uno scenario di riferimento – +1% – e considera solo le altre ipotesi all’interno del quadro “studi di sensibilità” meno dettagliato. Il COR, che riunisce 41 membri – parlamentari, rappresentanti dei datori di lavoro, dei sindacati, delle grandi amministrazioni ed esperti – è collegato a Matignon ma lavora in modo indipendente.

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