“Osservo il divario sempre più ampio tra chi vuole la vita e chi vuole la morte”

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Testimonianza Un anno fa abbiamo chiesto ai giovani israeliani e palestinesi di tenere in mano la penna. Quattro giovani prigioniere del conflitto ci hanno raccontato in un testo il loro punto di vista sulla guerra. Un anno dopo, due di loro accettarono di scrivere nuovamente per “le Nouvel Obs”. Negli ultimi mesi la loro salute mentale è peggiorata notevolmente, come un’intera generazione che porterà i segni di questa guerra per la vita.

Maïa Livné, 23 anni, è una studentessa d'arte a Parigi. Nata a Gerusalemme, Maïa si definisce un'attivista di sinistra, pacifista dall'età di 14 anni. Nel dicembre 2023 ci ha raccontato i suoi sentimenti come israeliana di sinistra e le sue domande sulla guerra condotta dal suo Paese a Gaza. Oggi scrive del terribile abisso in cui è precipitato il suo Paese.

Cielo azzurro a Parigi, il sole nascente bagna d'oro metà del Pantheon. Vado a lezione, l'aria è fresca. Le ultime nebbie del primo mattino evaporano. A Gaza controllo il telefono, 27 gradi, pieno sole. Philippe Lazzarini, Commissario Generale dell'UNRWA [Agence de l’ONU pour les réfugiés palestiniens, NDLR] descrive il fetore di morte che si diffonde nella fascia settentrionale. Sulle foto che inondano le mie reti…

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