Israele rileva “alcuni progressi” verso il cessate il fuoco in Libano

Israele rileva “alcuni progressi” verso il cessate il fuoco in Libano
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La distruzione a Barja, in Libano, il 9 novembre 2024? dopo un attacco israeliano. COURTNEY BONNEAU / IMMAGINI DEL MEDIO ORIENTE TRAMITE AFP

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Il Ministro degli Affari Esteri israeliano, Gideon Saar, ha riferito lunedì 11 novembre: “qualche progresso” in vista di un cessate il fuoco in Libano, che ha però condizionato come prerequisito il soddisfacimento delle richieste israeliane.

“Ci sono dei progressi”ha detto in risposta ad una domanda sulle prospettive di una simile tregua. “Stiamo lavorando sul tema con gli americani”ha aggiunto durante una conferenza stampa a Gerusalemme.

Tra le condizioni di un accordo, ha menzionato il fatto che il “Hezbollah no [puisse] non armarti più» e che questo movimento islamista è respinto a una buona distanza dal confine israelo-libanese. “La sfida principale sarà far rispettare quanto concordato”ha affermato Gideon Saar, riprendendo un’idea già espressa da diversi membri del governo israeliano negli ultimi mesi.

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Il primo ministro Benjamin Netanyahu ritiene in particolare che solo Israele sia in grado di far rispettare un accordo nel Libano meridionale, a differenza della situazione attuale in cui questo mandato è in gran parte affidato alla Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL). Di stanza lì dal 1978 per fungere da cuscinetto con Israele, l’UNIFIL è responsabile del monitoraggio della Blue Line, la linea di demarcazione fissata dall’ONU tra Libano e Israele.

“Fronte di sostegno”

A metà settembre l’esercito israeliano ha lanciato una grande offensiva militare contro Hezbollah in Libano.

Nei mesi precedenti gli scontri al confine tra Israele e Libano erano quasi quotidiani.

Hezbollah ha detto che stava aprendo un “fronte di sostegno” in solidarietà con i palestinesi della Striscia di Gaza, teatro dell’offensiva lanciata da Israele in risposta all’attacco senza precedenti perpetrato sul suo territorio da Hamas il 7 ottobre 2023.

Decine di migliaia di residenti, in Libano e Israele, sono stati costretti a lasciare le proprie case.

Sono stati effettuati diversi tentativi di mediazione tra Israele e Libano, in particolare tramite Stati Uniti e Francia, ma nessuno ha avuto successo.

A cura di Le Nouvel Obs con AFP

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