il governo si trova di fronte a un’esplosione di movimenti sociali

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JEAN-FRANCOIS MONIER / AFP Il governo di fronte a un’esplosione di movimenti sociali (foto illustrativa scattata a Vannes l’8 novembre 2024)

JEAN-FRANCOIS MONIER / AFP

Il governo di fronte a un’esplosione di movimenti sociali (foto illustrativa scattata a Vannes l’8 novembre 2024)

POLITICA – Autunno rosso. Già di fronte a un’ondata di piani sociali che minacciano i risultati e le promesse occupazionali del presidente Emmanuel Macron, l’esecutivo deve affrontare un’esplosione di richieste di scioperi e mobilitazione sociale per i giorni e le settimane a venire.

Per ammissione del ministro del Lavoro Agnès Panosyan-Bouvet: il semaforo è rosso. Gli annunci di Michelin sulla chiusura nel 2026 degli stabilimenti di Vannes e Cholet (1.254 posti di lavoro) e di Auchan di un piano sociale che minaccia 2.389 posti di lavoro in Francia potrebbero infatti essere i primi di una lunga serie.

È in questo contesto politico e sociale esplosivo che si moltiplicano gli appelli alla mobilitazione. I sindacati di molti settori denunciano i prossimi piani sociali, ma anche le conseguenze dei risparmi chiesti dal governo per risanare i conti pubblici.

SNCF, agricoltori, trasporto aereo…

Primi passi questa settimana. Michel Barnier ed i suoi ministri si confronteranno in sette giorni con tre movimenti diversi. Prima negli aeroporti, giovedì 14 novembre. L’Unione nazionale dei piloti di linea (SNPL) invita tutti i dipendenti del settore aereo a sospendere il lavoro e a manifestare davanti all’Assemblea nazionale in occasione del voto sul bilancio. Protesta contro l’aumento della tassazione sul trasporto aereo, voluto dal governo e votato dai deputati.

Il giorno successivo, venerdì 16 novembre, subentreranno i contadini che scenderanno in strada a turno. La FNSEA e i Giovani Agricoltori chiedono “la ripresa delle azioni”, con manifestazioni e blocchi. Chiedono in particolare l’attuazione delle promesse fatte meno di un anno fa, dopo un movimento che aveva in parte paralizzato le principali strade francesi.

Pochi giorni dopo, sono stati i sindacati della SNCF ad agire. Invitano a sospendere il lavoro da mercoledì 20 novembre sera a venerdì 22 novembre mattina. Chiedono una moratoria sullo smantellamento di Fret SNCF, la divisione dedicata al trasporto merci ferroviario, e protestano contro le condizioni di apertura alla concorrenza delle linee regionali. Ma non è tutto.

Per aumentare la pressione, i sindacati delle ferrovie hanno già emanato un avviso di sciopero a tempo indeterminato a partire da mercoledì 11 dicembre, rinnovabile per periodi di 24 ore. Un movimento sociale che potrebbe interrompere il servizio durante le vacanze di Natale.

Nessuna tregua per i pasticceri?

Sciopero nelle stazioni o meno, il mese di dicembre sarà comunque delicato per il governo, già indebolito dai dibattiti in Parlamento sul bilancio dello Stato e che fatica a rassicurare i dipendenti minacciati. Oltre che nella SNCF, nel settore del trasporto aereo o nelle corse dei cavalli, la rabbia si scatena anche nel servizio pubblico.

Due dei principali sindacati, FO e CGT, hanno effettivamente indetto uno sciopero per denunciare i piani del ministro Guillaume Kasbarian, in particolare nei giorni di attesa in caso di assenza per malattia. Sul tavolo l’ipotesi di mobilitazioni all’inizio di dicembre, magari nell’arco di tre giorni.

Possiamo anche citare gli appelli della CGT per “ mobilitazioni per l’occupazione in tutte le regioni » il 12 dicembre. Oppure il movimento dei biologi medici e i loro quattro sindacati rappresentativi che promettono lo “shutdown”, cioè la chiusura dei laboratori di analisi dal 23 al 31 dicembre compreso, se l’assicurazione sanitaria non riapre le trattative sui prezzi recentemente rivisti al ribasso. Tante ribellioni che minacciano l’esecutivo con una ghirlanda di sconfitte di fine anno.

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