Uno sguardo indietro a una giornata insolita a Rodez, esattamente 106 anni fa.
Come quest’anno, l’11 novembre 1918 fu un… lunedì. Quel giorno, verso le 12,30, il prefetto dell'Aveyron Henri-Jean-François Cassé-Barthe ha affisso la buona notizia sul muro della prefettura: “L'Armistizio è firmato! Il prefetto dell'Aveyron è felice di portare all'attenzione della popolazione questo lieto evento che consacra definitivamente il brillante trionfo della Giustizia e del Diritto. Vivo e morto degli anni eroici, gloria a te!”
Una giornata a dir poco “speciale”.
Nel suo libro Rodez nel 20° secolo, Yves Carcenac ritorna in particolare su questo giorno molto “speciale” dell’11 novembre 1918. Quindi 106 anni fa.
La notizia tanto attesa si è diffusa a macchia d'olio ai piedi della cattedrale, come testimoniano le bandiere tricolori che compaiono alle finestre.
Di fronte a questa notizia il consiglio comunale si è riunito d’urgenza nel pomeriggio. Yves Carcenac ci racconta poi che in assenza del vicesindaco di Rodez Louis Lacombe, le cui funzioni di magistrato lo collocano quel giorno a Limoges, è Eugène Raynaldy (che succederà a Louis Lacombe come vicesindaco qualche mese dopo prima di diventare sindaco di Rodez nel 1925) che presiede il consiglio, nell'edificio di Place Adrien-Rozier.
La rubrica di Georges Clemenceau
Viene presa una risoluzione per rendere omaggio ai caduti al fronte e si unisce al forum espresso da Georges Clemenceau.
Come si può immaginare, la folla non vuole tornare a casa. Come proposto dal municipio, un corteo organizzato dai coscritti percorre le vie della città per ritrovarsi davanti ai cancelli della prefettura dove parla il prefetto. E arringa la folla con gioia.
L'influenza spagnola prende il sopravvento
I caffè possono restare aperti fino a mezzanotte ma il prefetto, “ con grande rammarico “ è scritto, non autorizza il ballo popolare previsto in Place du Bourg. Motivo addotto: “L'epidemia di influenza spagnola che ha appena ucciso 27 persone a Rodez “.
La festa proseguirà per tutta la settimana. E in particolare domenica 17 novembre, quando una folla numerosa è accorsa alla messa celebrata da mons. Verdier. Quello stesso giorno, davanti al chiosco del giardino pubblico e nonostante la pioggia gelida, venne dato alle fiamme un manichino raffigurante Guglielmo II. Un'altra attesa prende poi corpo tra le strade di Rodez, il ritorno dei “valorosi” pelosi.