Istruzione: cose nuove che nuove non sono

Istruzione: cose nuove che nuove non sono
Istruzione: cose nuove che nuove non sono
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Sappiamo che nelle nostre scuole gli insegnanti sono abituati a fare qualcosa di nuovo partendo da qualcosa di vecchio. Alcuni addirittura vanno ai mercatini delle pulci per acquistare a proprie spese mobili e oggetti per la propria classe. Da diversi mesi, tuttavia, il governo CAQ sta anche trasformando qualcosa di vecchio in qualcosa di nuovo, annunciando come novità elementi già esistenti.

Il primo esempio di questo comportamento è ovviamente la direttiva ministeriale riguardante l’uso dei cellulari nelle nostre scuole. L’idea di vietarlo in classe se non per scopi didattici esisteva già in molti codici di condotta delle nostre scuole. Per molte parti interessate nel settore dell’istruzione, questa direttiva non era una novità.

Il secondo esempio di questo riciclaggio governativo è la creazione di un dashboard educativo che permetta di monitorare in tempo reale, si dice, la realtà del mondo scolastico. Tuttavia questa tabella riunisce soprattutto dati che esistono già da anni e che, se si è un po’ intraprendenti, si possono trovare su Internet. Inoltre, siamo lontani da un monitoraggio in tempo reale quando sappiamo che alcune di queste cifre vengono aggiornate ogni anno.

Informazioni impertinenti

Ci si potrebbe chiedere a cosa servano realmente queste cifre. Perché comunicarci la qualità dell’aria nelle nostre scuole quando sappiamo che questi dati non rispettano i principi fondamentali della scienza?

Sarebbe stato più interessante sapere in quante classi scomode i nostri giovani frequenteranno i corsi o completeranno gli esami a giugno e cosa intende fare il Ministero per risolvere questa situazione che nuoce al loro successo accademico.

Allo stesso modo, che senso ha sapere che ci sono ancora 804 posti di insegnamento da coprire al 31 maggio 2024 quando sarebbe più utile sapere, ad esempio, in quali materie le carenze sono più evidenti per coordinare strategicamente gli sforzi? della formazione delle università? Tutti questi dati esistono ma siamo di fronte a un sistema incapace di elaborarli e soprattutto di raccoglierne di nuovi che sarebbero rilevanti.

Nota medica

Ma ora, venerdì scorso, il Ministero dell’Istruzione ha introdotto un’altra novità che non è una novità: non richiedere più la nota medica per gli studenti che si assentano per un periodo pari o inferiore a cinque giorni, tranne quando c’è una revisione ministeriale. Il Quebec, si dice, spera di liberare 100.000 appuntamenti all’anno. Invito il nostro governo a rivedere al ribasso questa cifra se non vuole rimanere deluso perché non conosco nessuna scuola che si comporti in questo modo.

È tempo che il Ministero smetta, per considerazioni politiche, di annunciare “cose nuove” che nuove non sono. Dà l’impressione di essere completamente disconnesso dalla realtà della scuola.

Ci sono abbastanza questioni importanti che richiedono un’azione reale e informata per evitare tali distrazioni.

Luc Papineau, insegnante di francese

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