Una nuova influenza preoccupa le autorità sanitarie e i medici d'Europa, dopo il contagio avvenuto in ottobre di un uomo di 76 anni residente in Italia che ha dovuto essere ricoverato d'urgenza. Sono stati osservati altri casi isolati in Lombardia, Lazio (regione di Roma) e Piemonte. Si ritiene che si tratti di un'influenza causata da un sottotipo del virus H3N2 del ceppo A che normalmente circola nell'emisfero meridionale. Gli epidemiologi l'hanno soprannominata “l'influenza australiana” perché è stata responsabile della seconda stagione influenzale più grave del paese negli ultimi 10 anni.
Ciò che la distingue dalla classica influenza stagionale è la sua aggressività. “Si tratta di una variante del virus influenzale nota per essere particolarmente immunoevasiva, capace cioè di vanificare parte delle difese del sistema immunitario.spiega in una pubblicazione del Gruppo San Donato (primo gruppo ospedaliero italiano) il professor Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'IRCCS Galeazzi e virologo dell'Università degli Studi di Milano, all'origine dell'allerta.
Oltre ai sintomi tipici della classica influenza stagionale, si accompagna a nuovi sintomi preoccupanti, legati al cervello, con un rischio – “raro ma esiste” – encefalite, un'infiammazione del cervello potenzialmente fatale. Il quadro clinico di questa influenza è complesso: generalmente compare all'improvviso febbre alta (sopra i 38°C), accompagnata da almeno un sintomo respiratorio (naso chiuso o che cola) e almeno un sintomo generale come dolori muscolari o articolari. Successivamente possono manifestarsi altri sintomi: tosse secca, perdita di appetito, brividi, mal di testa, dolori ossei, affaticamento o anche sintomi digestivi come vomito e diarrea. Se il virus raggiunge il cervello, soprattutto nelle persone anziane, si può verificare una sorta di ottundimento (nebbia cerebrale, ndr) e confusione.
In generale, i sintomi compaiono 1 o 2 giorni dopo la contaminazione e durano dai 4 ai 7 giorni. A volte persistono per 2 settimane. Riposo e una buona idratazione sono essenziali per favorire la guarigione. Febbre e dolore possono essere alleviati con farmaci, d'accordo con il medico. Il vaccino antinfluenzale protegge contro l’influenza australiana e rimane raccomandato per le persone vulnerabili (anziani, immunocompromessi, affetti da malattie croniche, ecc.). “Basta procurarsi un vaccino tetravalente (vaccino che protegge da diversi ceppi), per essere sicuri a partire dai 60-65 anni e ovviamente se si è fragili. Non farei “terrorismo sull’influenza”, quando non è necessario: ricordatevi che un caso non fa statistica“, raccomanda l'epidemiologo Massimo Ciccozzi, professore all'Università Campus Bio-Medico, i cui commenti sono stati riportati dal media italiano Fortune Health.
Alcuni sottotipi del virus H3N2 circolano in Francia ogni inverno. Ma non il sottotipo responsabile dell’influenza australiana. Dobbiamo temere il suo arrivo? Tutto dipende dalle temperature. “Se il raffreddore arrivasse presto e fosse intenso e prolungato, potremmo assistere ad una maggiore prevalenza dell’influenza australiana, risponde il virologo. In caso di sbalzi di temperatura, come avviene attualmente in Europa, circoleranno in via prioritaria altri cosiddetti virus simil-influenzali come l’adenovirus, il rinovirus, il metapneumovirus o addirittura il Covid-19.