l’essenziale
Lunedì 4 novembre davanti alla Corte d’assise speciale di Parigi è iniziato il processo per l’assassinio di Samuel Paty. Uno sguardo alla prima settimana di uno storico processo che si terrà fino al 20 dicembre.
Lunedì 4 novembre si è aperto presso la Corte d’assise speciale di Parigi il processo per l’assassinio di Samuel Paty. Tra il ritratto dell’imputato e il racconto dell’omicidio del professore di storia e geografia di Conflans-Sainte-Honorine (Yvelines), la settimana è stata dura per gli amici di Samuel Paty.
Il ritratto dell’imputato
Otto persone sono sotto processo da lunedì 4 novembre, tra cui Brahim Chnina, il padre della studentessa che ha mentito sulla natura delle lezioni di Samuel Paty e Abdelhakim Sefrioui, un islamista accusato di aver preso di mira il professore sui social network. Entrambi risultano accusati di “associazione a delinquere terroristica” e rischiano 30 anni di reclusione penale. Il punto racconta il racconto della giornata di questo giovedì, durante la quale al bar sono stati raffigurati i ritratti dei due uomini di 52 e 65 anni.
Leggi anche:
Assassinio di Samuel Paty: chi sono gli otto sospettati processati dalla Corte d’Assise Speciale di Parigi a partire da lunedì?
“Non ho mai voluto fare del male al signor Paty, chiedo scusa alla sua famiglia”, ha difeso il primo, nel preambolo, mentre il secondo ha dichiarato di “condividere il dolore” della famiglia. Abdelhakim Sefrioui si dice “vittima di un’implacabile ingiustizia che lo ha colpito” e si aspetta molto da questo processo, che spera “cancellerà il suo onore e il suo nome, legati a questo barbaro crimine, e che tutti i suoi siano respinti”. Interrogato sulle motivazioni della sua permanenza in Francia, l’imputato avrebbe elogiato la “libertà di espressione e l’ambiente democratico” del Paese, un’audacia che avrebbe raggelato il pubblico, secondo Il punto.
La storia della poliziotta che lo ha scoperto
Altro pezzo forte di questa prima settimana di processo, la storia della poliziotta che ha scoperto il corpo di Samuel Paty, per strada. RTL racconta il dolore di questo funzionario pubblico che “ha incontrato lo sguardo di Samuel Paty”. “La sua testa era separata dal corpo, il suo viso era gonfio e lacerato”, racconta. Un’immagine che non lo ha mai abbandonato, al punto da voler porre fine alla sua vita.
Gli ultimi minuti prima dell’assassinio
Un resoconto preciso della scena del crimine e dei verbali che lo hanno preceduto è stato fornito giovedì alla Corte d’assise speciale di Parigi da un investigatore della sottodirezione antiterrorismo. “Alle 16:51, Samuel Paty esce dal collegio, prende la strada sul marciapiede dal lato dispari”, in quel momento nella stanza vengono proiettate immagini di videosorveglianza, secondo France Info. Vediamo la sagoma di Abdoullakh Anzorov che segue le orme del professore. Dopo 14 colpi di coltellata, decapita Samuel Paty e gli fa una foto della testa, sono le 16:55.
Leggi anche:
Processo per l’assassinio di Samuel Paty: “È la cosa peggiore che ho fatto in vita mia”… in tribunale, il rimorso dell’imputato
Sono trascorsi 14 minuti tra l’uscita di Samuel Paty dal college dove insegnava e la neutralizzazione di (l’assassino) Abdoullakh Anzorov. In nessun momento Anzorov è sembrato perdere la calma”, ha spiegato l’investigatore antiterrorismo. Quest’ultimo è stato poi neutralizzato dalla polizia “Con le mani arrossate” dal sangue della vittima, Anzorov ha sparato più volte contro gli agenti con un semi-arma. pistola automatica ad aria compressa prima di essere colpito.
Le conclusioni dell’autopsia sul corpo di Samuel Paty
L’autopsia ha rivelato 14 coltellate sul corpo del professore. “La decapitazione è avvenuta poco prima o subito dopo la morte, senza che questo possa essere accertato”, precisa l’investigatore, presentato con il numero “Sdat259”. Nello zaino del professore gli investigatori hanno rinvenuto un martello. “L’indagine ha stabilito che il signor Paty non era un uomo violento”, dice Sdat259. Questo martello “rivela lo stato di paura in cui avrebbe potuto trovarsi. Era una potenziale arma di difesa”.
Parenti del professore, presenti venerdì 8 novembre
Questo venerdì 8 novembre Bernadette Paty, la madre della vittima, è stata la prima della famiglia a parlare. “Samuel era un intellettuale. Non era credente, io e mio marito non siamo credenti, ma era molto rispettoso di tutte le religioni”, insiste.
Sulla panchina riservata alla famiglia c’è anche un bambino, Gabriel, 9 anni e mezzo, figlio di Samuel Paty, accompagnato dalla madre Jeanne A., ex compagna del professore. Presenti anche le due sorelle di Samuel Paty, Mickaëlle e Gaëlle, aiutate dai loro cari. Quest’ultima si è rivolta direttamente all’imputato: “Tutti al vostro livello avrebbero potuto fermare questa spirale disastrosa e salvare la vita di un padre, di un fratello, di un insegnante”, ha affermato.
Leggi anche:
DECRITTO. Processo per l’assassinio di Samuel Paty: perché le scuole laiche restano un bersaglio per gli islamisti
Il padre di Samuel Paty, Jean, sarebbe dovuto intervenire se “una brutta caduta” non gli avesse impedito di entrare in campo. Il processo si svolgerà fino al 20 dicembre.