lSecondo un rapporto mensile della FAO pubblicato venerdì, i prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo sono aumentati nel mese di ottobre per un’ampia gamma di prodotti, trainati in particolare dagli oli vegetali.
L’indice dei prezzi calcolato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), che traccia la variazione dei prezzi internazionali di un paniere di prodotti di base, è aumentato del 2% in un mese, raggiungendo un livello che non si vedeva dall’aprile 2023.
A ottobre aveva guadagnato il 5,5% in un anno, ma è rimasto del 20,5% al di sotto del suo picco di marzo 2022.
In particolare l’indice degli oli vegetali ha guadagnato il 7,3% da settembre a ottobre. Erano due anni che non raggiungeva un livello del genere.
I prezzi internazionali dell’olio di palma sono in aumento a causa della ridotta produzione stagionale prevista nei principali paesi produttori del sud-est asiatico. Lo stesso vale per le prospettive della produzione di girasole e colza.
L’indice dei prodotti lattiero-caseari è aumentato in ottobre del 2,5% rispetto a settembre, guadagnando il 21,4% in valore su un anno, spinto dalla domanda sostenuta di formaggio e burro in un contesto di ridotta produzione stagionale di latte in Europa.
Lo zucchero è a +2,6%, in anticipo rispetto alle prospettive per la produzione brasiliana ostacolata dalla siccità.
Per quanto riguarda i cereali, si tratta di un aumento dello 0,8% su un mese, ma comunque dell’8,3% in meno rispetto al livello di ottobre 2023.
I prezzi del grano sono aumentati per 2e mese consecutivo, in un contesto climatico difficile per i raccolti (UE, Russia, Stati Uniti), rafforzato anche dall’annuncio russo di un nuovo prezzo minimo per le sue esportazioni.
Stesso andamento per il mais, sostenuto da una forte domanda. Il riso ha invece seguito un andamento opposto (-5,6% in ottobre per l’indice FAO).
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