L'ospite culturale è lo scrittore Kamel Daoud, vincitore del Premio Goncourt 2024 per il suo terzo romanzo Orepubblicato da Gallimard. Una potente fiction che ripercorre il decennio oscuro dell'Algeria attraverso la storia di una giovane donna di nome Aube, la cui gola fu tagliata all'età di 5 anni dai terroristi e che sopravvisse miracolosamente.
Kamel Daoud, nato nel 1970 a Mesra, Algeria, è uno scrittore e giornalista algerino francofono. Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica, ha proseguito gli studi di letteratura francese presso l'Università di Orano.
Nel 1994, Kamel Daoud ha iniziato la sua carriera giornalistica presso Orano quotidianoun giornale algerino francofono. Tre anni dopo pubblicò lì la sua prima rubrica, intitolata Raina Raikoum (« La nostra opinione, la tua opinione “). Divenne caporedattore del giornale per otto anni, durante i quali godette di grande libertà di espressione, nonostante i vincoli politici e sociali.
Oltre alla carriera di giornalista, Kamel Daoud ha intrapreso la scrittura letteraria. Il suo primo romanzo, Meursault, controinchiesta (2013), è una riscrittura del famoso Lo straniero di Albert Camus, visto dal punto di vista dell'anonimo arabo ucciso da Meursault. Questo romanzo gli è valso il Premio Goncourt per il primo romanzo nel 2015, il Premio François-Mauriac e il Premio dei Cinque Continenti della Francofonia.
Nel 2024, Kamel Daoud pubblica Oreun lavoro che esplora i temi della religione, della libertà e dell'identità. Questo romanzo è elogiato dalla critica per la sua profondità e originalità. Daoud continua a interrogarsi su questioni esistenziali e sociali, offrendo ai suoi lettori una profonda riflessione sul mondo contemporaneo. Il suo romanzo ha vinto il Premio Goncourt 2024 ed è stato selezionato nel 2024 per il Premio Goncourt riservato agli studenti delle scuole superiori.
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« Io sono la traccia reale, la prova più forte che attesta tutto ciò che abbiamo vissuto in dieci anni in Algeria. Nascondo la storia di un'intera guerra, scritta sulla mia pelle fin da quando ero bambino. »
Aube è un giovane algerino che deve ricordare il guerra d'indipendenzache non ha vissuto, e dimentica la guerra civile degli anni '90, che lei stessa ha vissuto. La sua tragedia è segnata sul suo corpo: una cicatrice sul collo e corde vocali distrutte. Muta, sogna di ritrovare la voce. Può raccontare la sua storia solo alla bambina che porta in grembo. Ma ha il diritto di tenere questo bambino? Puoi dare la vita quando ti è stata quasi tolta? In un Paese che ha varato leggi per punire chiunque menzioni la guerra civile, Aube decide di recarsi nel suo villaggio natale, dove tutto ha avuto inizio, e dove i morti forse gli risponderanno. (Presentazione a cura delle edizioni Gallimard)
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