Giornata di studio sugli incendi nei palmeti di Ouargla: appello alla vigilanza e al coinvolgimento della comunità

Giornata di studio sugli incendi nei palmeti di Ouargla: appello alla vigilanza e al coinvolgimento della comunità
Giornata di studio sugli incendi nei palmeti di Ouargla: appello alla vigilanza e al coinvolgimento della comunità
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La giornata di studio organizzata martedì dal tribunale di Ouargla, in collaborazione con l’Università Kasdi Merbah, sulle problematiche legate agli incendi dei palmeti nella regione, ha riunito numerosi ricercatori, rappresentanti delle diverse autorità di sicurezza e delle autorità locali oltre ai tecnici in il settore agricolo e forestale.

Tenutosi all’indomani del controllo di un vasto incendio, che ha colpito un hangar contenente vecchie apparecchiature che emettevano prodotti tossici dell’Algérie Télécom, situato nel cuore del palmeto di Bamghar, a Ouargla, e che è quasi costato vite umane, nonostante la durata dell’incendio. intervento, questo incontro ha raccomandato l’adozione di uno slogan che invita al coinvolgimento attivo dei cittadini nella campagna di sensibilizzazione avviata dalle autorità, nonché alla mobilitazione di tutti i mezzi necessari per prevenire e gestire meglio gli incendi nei palmeti, una questione importante per la sostenibilità di questo ecosistema unico, in particolare attraverso la divulgazione di nuove disposizioni normative che costituiscono un arsenale giuridico che aumenta le sanzioni in cui incorrono i piromani il cui coinvolgimento è dimostrato.

Tra queste l’istituzione di un piano di salvaguardia dell’ecosistema delle oasi attraverso misure chiare, mirate e anticipatrici, il rafforzamento delle campagne di sensibilizzazione sui temi della conservazione dei palmeti e il coinvolgimento delle comunità locali nel monitoraggio e nella tutela delle oasi, l’istituzione di un sistema di identificazione, smistamento e assistenza delle persone coinvolte o vittime di incendi, rafforzamento della normativa sulla speculazione fondiaria e sulla deviazione di terreni agricoli e fenicicole e attuazione di un piano di vigilanza e allarme rapido.

Un bilancio pesante

Va ricordato che gli ultimi incendi nel palmeto hanno causato ingenti danni al vecchio palmeto, che hanno provocato ingenti danni materiali agli abitanti della zona, in particolare la perdita di bestiame, di cui è in corso il censimento, ma anche e soprattutto la perdita di oltre 12.000 palme in pochi giorni, ovvero la metà delle perdite registrate negli ultimi dieci anni, pari a 24.000 palme consumate dagli incendi.

Si tratta di palme secolari che rappresentavano una ricca biodiversità grazie alla diversificazione di cultivar e specie di palme coltivate dagli antichi fenicicultori della regione, contrariamente all’attuale tendenza verso la monocoltura, spiegherà il dottor Abdelbasset Boumada, ricercatore dell’Università di Ouargla , il quale preciserà nel corso del suo intervento che sul futuro dell’ecosistema dell’oasi pesa il problema dello status giuridico del palmeto.

L’aspetto morale e religioso è stato inoltre menzionato dall’Imam Bouallati, che ha illustrato, attraverso i testi coranici, la visione dell’Islam per la tutela dell’ambiente, in particolare la responsabilità dell’uomo verso la creazione e il concetto di “califfo”, quindi rappresentativo di Dio sulla terra, che lo pone davanti alla responsabilità di preservare e promuovere le risorse naturali, il rispetto e la tutela della natura.

L’oratore ha sottolineato che i danni alla natura, come gli incendi nei palmeti, sono considerati una trasgressione grave, punibile con la punizione peggiore e che la punizione deve essere proporzionata al crimine commesso. L’imam ha sottolineato anche la dimensione spirituale della natura nell’Islam, in particolare delle oasi, simboli di vita, considerate l’archetipo del deserto e la cui conservazione è un atto di fede e di riconoscimento.

Abbandono e trascuratezza

I vari relatori hanno affrontato anche le cause naturali che contribuiscono agli incendi, in particolare le tempeste di sabbia e l’aumento delle temperature, la siccità, ma anche la negligenza umana, coinvolta nel 90% dei casi, secondo la Protezione Civile, che mette in evidenza il problema dell’abbandono dei terreni e l’omissione della pulizia periodica al termine di ogni stagione agricola nonché l’assenza del percorso a causa della vegetazione selvatica che ritarda gli interventi, per non parlare del ritardo nell’avvisare i servizi di Protezione Civile nei primi minuti dopo lo scoppio dell’incendio.

I relatori hanno affrontato anche il tema degli incendi dolosi e degli impatti economici e ambientali degli incendi dei palmeti sull’ecosistema delle oasi e sulla biodiversità.

Gran parte delle comunicazioni hanno riguardato le tecniche di prevenzione e lotta agli incendi nei palmeti e le difficoltà incontrate dai vigili del fuoco in questo particolare ambiente, nonché il ruolo delle autorità pubbliche e delle comunità locali nel promuovere il piano di prevenzione e l’intervento messo in atto dalle autorità e oggetto di arricchimento nel corso di questa giornata di studi, che ha evidenziato l’assoluta necessità di una gestione sostenibile del problema dello status giuridico dei palmeti, il coinvolgimento dei proprietari e la necessità di un sistema di vigilanza e allerta che parta dalla designazione delle persone coinvolti negli ultimi disastri, apparentemente protetti dal silenzio che regna nelle zone feniculturali di Aïn Beida e Ouargla, dove il sistema tribale degli arouch impone una tacita solidarietà. È a questo scopo che il pubblico ministero di Ouargla ha sottolineato la continuazione delle indagini nei quattro casi aperti su questo argomento.

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