Di Amandine Schmitt
Pubblicato il 7 novembre 2024 alle 14:01aggiornato il 7 novembre 2024 alle 15:11
Facebook Twitter E-mail Copia collegamento
Inviare
Accesso gratuito
In “Marc”, una comunità di lettori è convinta che l’autore di bestseller stia distillando un messaggio comunista attraverso la sua opera.
E se fosse vero? Gli allegri compagni del Prix de Flore hanno appena annunciato, questo giovedì 7 novembre, che assegneranno il loro premio a Benjamin Stock per il suo romanzo “Marc” (rue Fromentin). Il premio festeggia quest’anno i suoi 30 anni e non sappiamo se ci sia un collegamento, ma la giuria della famosa brasserie parigina continua a scommettere sui giovani. Tra i suoi cinque finalisti c’erano solo scrittori principianti. Il primo romanziere Benjamin Stock ha così vinto contro Nagui Zinet e la sua “Traiettoria Esemplare” (Joëlle Losfeld), un vagabondo d’influenza bukowskiana, Daphné Tamage con “Il ritorno di Saturno” (Stock), su una trentenne che vede se stessa prescrivono un mese senza uomini, Joy Majdalani, notata con “The Taste of Boys” e che ritorna con “Jessica alone in a room” (Grasset) e infine Pierre Deram, per “Nuits » (Grasset), vagabondare fradicio e sensuale. Una schiacciante vittoria unanime al primo turno, meno un voto per Joy Majdalani.
Nato a Blois nel 1988, zigzagando tra Perche e la capitale per il suo lavoro di responsabile della comunicazione nella transizione ecologica, Benjamin Stock ha senza dubbio pubblicato il primo romanzo più esilarante della stagione letteraria. La proposta rivela tutta la sua follia: un gruppo di seguaci crede di poter decifrare i messaggi cripto-comunisti nei best-seller di Marc Levy. “Potrebbe essere stato anche Guillaume Musso… ho preso uno degli autori più letti in Francia. […] Ma non è un romanzo su di lui, né un’interpretazione dei suoi testi”aveva spiegato ad “Action l’Echo” lo scorso settembre.
Leggi anche
Critica “Marc”, di Benjamin Stock: c’è un messaggio comunista nell’opera di Marc Levy?
Abbonato
Leggi più tardi
La storia segue gli umori di David Baumer, poco più che trentenne, che vegeta presso la Share Academy, la start-up da lui stesso fondata. Per cosa possono essere utilizzate le posizioni di Chief Information Officer, Program Manager? o Growth Hacker? Cosa produce esattamente la Share Academy, questo “alveare ipertrofico” dove il “collaboratori” proporre” qui il sostegno alle imprese verso la transizione digitale, lì laboratori di riflessione per “una società più inclusiva e più sostenibile” ? David vuole ritrovare un significato. Non arriverà necessariamente da dove se lo aspetta. Fu Sheyenne, una delle sue dipendenti un po’ mistiche, a introdurlo in una comunità di fanatici esegeti di Marc Levy. David, cinico ma tuttavia idealista, crede di aver trovato il nuovo profeta. Grazie alla prosa dello scrittore di “Dove sei?” “, la civiltà potrebbe rimettersi in carreggiata, a suo avviso.
In questo primo testo, a dir poco sorprendente, Benjamin Stock critica tutto: il coaching, i combattenti per la giustizia sociale sui social network o «lavori di merda» teorizzato da David Graeber. Come essere felici quando l’unico orizzonte è il lancio di a “senape al gusto mojito”si chiede questo autore che, avendo frequentato le comunicazioni, deve saperne qualcosa. Attraverso la commedia e questa bizzarra cospirazione buona come qualunque altra, è la mediocrità del mondo moderno che egli schiaccia. C’è in lui qualcosa di proto-Houellebecq o Beigbeder – e questo è un bene, quest’ultimo è nella giuria e senza dubbio ha riconosciuto qualcosa nel giovane romanziere.
Benjamin Stock succede a Maria Pourchet, premiata l’anno scorso per “Western” (Stock). Come tutti i vincitori del Flore, riceverà un assegno di 6.150 euro e il diritto di consumare Pouilly-fumé ogni giorno per un anno in un bicchiere con inciso il suo nome. Ma non è niente in confronto all’onore di aver messo Marc Levy nel radar delle giurie letterarie, a cui raramente importava.
Notare che: La giuria del Premio Flore è composta da Frédéric Beigbeder, Jacques Braunstein, Manuel Carcassonne, Carole Chrétiennot, Michèle Fitoussi, François Reynaert, Jean Pierre Saccani, Bertrand de Saint-Vincent, Christophe Tison, Philippe Vandel, Jean-René van der Plaetsen, Arnaud Vivace.