Un gruppo di Messenger intitolato “Quelli brutti“era stato creato a questo scopo. A lui scrivevano soprattutto gli altri giovani”non dovresti esistere“, “sporco puzzolente“, “mi fai schifo, PD“, “ti ha impiccato, stronza…d”“quando ti ho visto, mi veniva da vomitare“, “se ti vedo ti spacco la faccia“, “raccoglierai“, “non sei niente sulla terra“, “morirà“, o anche”scacciamosche“. Ha aggiunto che la sua vita, la sua sofferenza, “tutto il male che mi hai fatto presto finiràAnche il giovane è stato vittima di bullismo.
A seguito di questi fatti, le indagini iniziarono a dir poco male. L’accusa ha anche voluto scusarsi pubblicamente con i genitori di Thomas per il trattamento riservato alla questione. Nonostante le lettere specificassero chiaramente le ragioni del suo atto, il fascicolo è stato solo oggetto di informazioni.
L’imputato ha cambiato dichiarazioni
Non è stato possibile analizzare il telefono del giovane. L’individuazione degli autori non è stata quindi facile. Vista l’insufficienza di prove, l’accusa ha chiesto l’archiviazione del caso. I genitori hanno finito per depositare la causa civile nelle mani di un giudice istruttore affinché la morte del figlio potesse finalmente essere esaminata. Solo sette anni dopo, dopo una lunga e difficile battaglia, i tribunali si sono finalmente occupati di questo caso.
L’indagato, iscritto anche all’educazione speciale, ha negato di aver inviato alcun messaggio minaccioso o ingiurioso. “Non ho mai avuto problemi con Thomas“, ha spiegato l’imputato durante la sua prima comparizione in tribunale. “Non stavo parlando con lui. Non ricordo se ho inviato messaggi meschini. Era un ragazzo adorabile, Thomas. Anch’io sono stato curato. Thomas era un bravo ragazzo. Non ho scritto nulla sul gruppo. L’ho appena seguito.“
Io Zevenne, che difende gli interessi dei genitori, ho sottolineato il modo”scandaloso” il cui caso è stato condotto. Ha spiegato quanto i suoi clienti abbiano sofferto per la perdita del figlio. Si è detto convinto che il giovane avesse partecipato ai fatti. Ha chiesto un risarcimento di 20.000 euro per i genitori.
Me Thone, che difende il giovane, ha chiesto l’assoluzione di quest’ultimo, ritenendo che il suo cliente non potesse essere ritenuto responsabile delle molestie che hanno portato al terribile atto commesso dall’adolescente. L’avvocato ha inoltre chiesto la sospensione della pena o la sospensione della pena.