Aperta più di cinque anni fa, l’inchiesta sulle cause dell’incendio della cattedrale di Notre-Dame de Paris il 15 aprile 2019 non ha ancora raggiunto le sue conclusioni, e in questo senso il percorso accidentale resta largamente favorito. Supportata da numerose perizie tecniche e perizie, l’indagine giudiziaria non ha portato finora ad alcuna accusa. In aprile, in occasione del quinto anniversario dell’incendio, il pubblico ministero di Parigi, Laure Beccuau, ha dichiarato che “tutte le strade, compresa l’ipotesi dell’intervento umano all’origine di questo incendio, [étaient] esplorato fin dall’inizio delle indagini. “Ma è vero che quanto più le ricerche si avvicinano al luogo di origine del disastro e quanto più i risultati delle analisi arrivano in questo fascicolo, tanto più si privilegia la pista accidentale”, ha sottolineato.
Nuova perizia, richiesta dai gip nel 2023, “sono state effettuate, ma visto l’aspetto estremamente tecnico, i gip hanno chiesto una sintesi”, aveva specificato, “per vedere se è possibile determinare la causa dell’incendio.” Interrogata dall’AFP all’inizio di novembre, la procura di Parigi ha chiarito che l’indagine era ancora in corso, aggiungendo: “Il gip ha disposto una perizia richiedendo la modellazione 3D dell’inizio della fiamma sulla base delle immagini riprese durante i fatti. Questa modellizzazione consentirà di confrontare le diverse ipotesi”.
Fallimenti nella sicurezza della cattedrale
Al termine delle indagini preliminari, prima del rinvio ai gip, l’allora procuratore di Parigi, Rémy Heitz, indicò di privilegiare la pista accidentale, evocando un mozzicone di sigaretta mal spento o un malfunzionamento elettrico. Da allora nulla sembra supportare la pista criminale. Circolano ancora molte teorie del complotto, secondo le quali in alcuni video l’uomo sarebbe stato identificato come l’incendiario. ControllaNovità aveva documentato che si trattava infatti di un pompiere. È molto probabile che l’incendio sia scoppiato nell’angolo sud-est della guglia. Secondo il giornalista Didier Rykner, autore di Notre-Dame: un affare di stato (2023), l’incendio sarebbe scoppiato in una cava di sabbia, una grossa trave alla base dell’intelaiatura, posta appunto all’angolo sud-est.
Il 15 aprile 2019 l’edificio, vecchio di più di 850 anni e famoso in tutto il mondo, allora sottoposto a lavori di restauro, ha preso fuoco e ha perso la guglia, il tetto, l’orologio e parte della volta, che sono stati distrutti dalle fiamme . Sono stati individuati diversi guasti alla sicurezza della cattedrale, in particolare nel sistema di allarme dell’edificio – che ha contribuito a ritardare la chiamata ai vigili del fuoco il giorno dell’incendio – o nell’impianto elettrico degli ascensori. Probabilmente questi malfunzionamenti non sono stati la causa dell’incendio, ma potrebbero aver consentito alle fiamme di propagarsi all’interno dell’edificio.
Inquinamento da piombo
Dal marzo 2023 la giustizia indaga anche sulle conseguenze potenzialmente dannose per la salute di questo incendio di portata mondiale. Anche in questa indagine giudiziaria ancora in corso non è stata emessa alcuna accusa, indica la Procura di Parigi. Due giudici inquirenti parigini vengono così investiti della denuncia presentata nel giugno 2022 dall’associazione Henri-Pézerat per la difesa della salute in relazione al lavoro e all’ambiente, dalla CGT e da due genitori di studenti, accusando le autorità di non aver preso tutte le precauzioni per evitare contaminazioni legate all’inquinamento da piombo causato dall’incendio.
I ricorrenti erano preoccupati per la caduta a terra di 400 tonnellate di piombo, un metallo pesante tossico, dal tetto e dalla guglia di Notre-Dame andata in fumo. “quasi quattro volte le emissioni annue di piombo nell’atmosfera, in tutta la Francia”. I giudici stanno quindi indagando sul possibile pericolo di cui sono rimasti vittime sia i residenti locali che gli operatori che hanno bonificato il sito, secondo la fonte giudiziaria. Secondo un’altra fonte vicina al caso, in entrambe le istruzioni sarebbe designato lo stesso giudice “per avere una visione d’insieme” dell’incendio e delle sue conseguenze.