Il collettivo Amis de la Bérarde, presente giovedì 7 novembre sul palco dei Rencontres Ciné Montagne di Grenoble, aspetta solo una cosa: che il loro villaggio venga ricostruito. Identico? Nello stesso posto? In che modo? Quando residenti, funzionari eletti e operatori socioprofessionali vivono una tragedia come quella della Bérarde quest’estate, è molto difficile tenere la ragione e le emozioni in scatole separate. Più che un borgo è una vita e anche un futuro da (ri)costruire. Il collettivo di amici di Bérarde e Haut Vénéon si batte per la ricostruzione delle periferie e il collettivo Mountain Wilderness insiste su nuovi approcci turistici e di mobilità. Due luci per niente antagoniste.
Il collettivo “Oisans – Vallée du Vénéon”.
L'evento eccezionale del 20 e 21 giugno che ha devastato le frazioni di La Bérarde e Les Étages lascerà per sempre cicatrici nella mente degli abitanti e più ampiamente nell'ambiente montano.
Dopo il tempo della paura, dello stupore e delle lacrime, arriva il tempo delle domande. Tuttavia, il futuro del nostro Haut Vénéon non è un’opzione. Il futuro c'è e ha preso forma il giorno dopo il disastro.
Settimane di lavoro, sudore, lacrime e l'energia folle messa in campo dai residenti hanno permesso di svuotare le case da migliaia di m³ di materiali ammassati e di ripulire le abitazioni prima dell'arrivo dell'inverno. Centinaia di volontari sono venuti per pulire, decontaminare e dare un volto a questa valle per allontanarsi da questa visione di discarica a cielo aperto. La forza portata dal sindaco e dalla sua squadra municipale, l’energia della nostra associazione “Les amis de la Bérarde et du Haut Vénéon”, il dinamismo del collettivo che difende i residenti, tutti questi sforzi per permettere all’immaginazione di vedere lontano…
Una ricostruzione in atto sembra difficile da immaginare, tuttavia il letto del torrente Étançons deve riprendere il suo percorso prima dell'evento. Resta possibile la ricostruzione in periferia, in zone boschive protette dalle intemperie. Il borgo non riacquisterà il volto come lo conoscevamo, ma noi saremo portatori di memoria e attori di questa ricostruzione che rimarrà nell'immagine degli abitanti… Indistruttibile! SOSTIENICI ISCRIVITI ALLA NOSTRA CARTA.
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Sébastien Truche e Frédi Meignan per “Mountain Wilderness France”
Divenuta una meta leggendaria dell'alpinismo, La Bérarde era in passato un villaggio vivo tutto l'anno. D'inverno il maestro, gli scolari e le famiglie rimanevano tagliati fuori dal mondo. Per secoli la vita a Vénéon è stata dura e rischiosa. Lo è ancora oggi, amplificato dal cambiamento climatico. L’abitabilità nelle nostre montagne francesi, e in tutto il mondo, sta diventando un argomento critico.
I Bérardin, prime vittime dell'evento, hanno ancorata qui tutta la loro storia e vogliono viverci. Gli amanti dell'Oisans non riescono ad abbandonare questa valle e le sue montagne eccezionali.
Avere un giudizio chiaro sulla ricostruzione, però, è quasi impossibile, tante sono ancora le incognite legate alla sicurezza dei locali. Per la valle sta nascendo una nuova era, un nuovo capitolo da immaginare. Una nuova sfida per gli abitanti, per tutti gli attori che fanno vivere questo importante luogo: rifugisti, guide, ristoratori e albergatori, alpinisti, Parco Nazionale degli Écrins, ecc.
Molte questioni devono essere discusse collettivamente. Come continuare ad accogliere nonostante i rischi? Quale mobilità può essere sviluppata per consentire l’accesso nonostante la continua minaccia alle infrastrutture? Ci sono nuovi approcci turistici da progettare, come il roaming estensivo? E tante altre questioni su cui lavorare in un quadro di scambi pacifici e creativi. Nonostante le difficoltà, ne siamo convinti, la valle della Bérarde ha un futuro certo. È opportuno disegnarlo insieme.
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