Mentre l’Occidente trattiene il fiato di fronte al risultato delle elezioni presidenziali americane, che porranno Kamala Harris o Donald Trump alla Casa Bianca per quattro anni, i giornalisti seguono attivamente questa campagna fin dall’inizio. Uno di loro, Laurence Haïm, ha voluto addirittura sperimentarlo direttamente, recandosi negli Stati Uniti, macchina fotografica alla mano, per realizzare un documentario su Donald Trump e il suo movimento, che sarà trasmesso su France 2 martedì 5 novembre. Allo stesso tempo, il giornalista sarà su Franceinfo e in C nell'aria su France 5 per commentare le elezioni. Una responsabilità pesante che deve al suo duro lavoro sulle questioni di politica estera, che l'ha portata ai vertici dei paesi che ha incontrato, ma anche alla collaborazione con altri giornalisti, come Léa Salamé. E questo non sempre è avvenuto senza difficoltà.
In effetti, tra Léa Salamé e Laurence Haïm, le parole non sono sempre state gentili. Durante il loro primo colloquio, Laurence Haïm non ha nascosto il suo disappunto nei confronti della compagna di Raphaël Glucksmann, definendola una “cagna” e di “bimbo”. Parole tornate alle orecchie del giovane giornalista, che non si era arreso. Sul set diNon siamo a letto qualche anno fa, Laurence Haïm ricordava: “Léa, in modo molto coraggioso e molto buono, mi ha inviato un'e-mail che ha avuto un grande impatto su di me, dicendomi: 'Sono molto sensibile, possiamo rispettare le persone, quello che sta succedendo, mi applico tanto, lavoro…' Sono stato molto dispiaciuto di aver avuto questa parola, è durata un bel po'”. Fu solo quando Léa Salamé si unì alla squadraNon siamo a letto che tutto si era risolto tra le due donne. “Ti ho mandato una mail dicendo: 'Stai difendendo qualcosa che è importante per me come giornalista donna, che si basa forse sul rigore, sulla serietà.' E lei mi ha risposto dicendo: 'Grazie mille, significa molto per me', firmando: “La tua bimbo preferita”.
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Laurence Haïm, paura su Canal+? Léa Salamé racconta
I fatti risalgono al 2011, quando Léa Salamé era appena entrata nel team di iTélé come giovane conduttrice. Costretto a parlare con Laurence Haïm, che l'aveva fatto “uno status speciale per Canal+” secondo il suo collega, gli fa domande “che non gli piace”e si ritrova insultata senza saperlo da colui che allora era corrispondente a Washington. Una e-mail “un po' secco” dopo, tutto è bene quel che finisce bene. Una difesa che non ha mai abbandonato la giornalista, che da allora è diventata conduttrice di un suo programma Che epoca!che oggi non esita a respingere i suoi ospiti.
Articolo scritto in collaborazione con 6Medias.
Crediti fotografici: COADIC GUIREC / BESTIMAGE