Costa d’Avorio: “La morte di Bédié lascia un vuoto e solleva interrogativi sul futuro del Paese” (Analista)

-
Henri Konan Bédié

L’analista sociopolitico Ahouman Gaël Lakpa parla della morte di Henri Konan Bédié e della sua eredità in Costa d’Avorio. Secondo lui, Bédié era un uomo di pace e unificatore politico.

La sua assenza solleva preoccupazioni per il futuro del Paese, soprattutto in vista delle elezioni del 2025. Le sue azioni passate, come la moderazione durante il colpo di stato del 1998 e il suo appello al dialogo nel 2015, vengono messe in evidenza. Senza di lui, il Paese si trova ad affrontare potenziali tensioni tra altri leader politici. Gli ivoriani sono chiamati a preservare la stabilità e a proseguire sulla strada della pace, in onore dell’eredità di Bédié.

Leggi anche: Costa d’Avorio: il presidente Bédié è partito con “felicità per tutti”?

L’anno 2025 si profila all’orizzonte, pieno di incertezze e sfide per la Costa d’Avorio. La morte del presidente Bédié, figura emblematica della politica ivoriana, lascia un vuoto e solleva interrogativi sul futuro del paese. Mentre gli ivoriani attendono con ansia quest’anno elettorale, non possono fare a meno di temere le turbolenze che potrebbero derivarne.

Bédié è stato un uomo di pace, un unificatore che ha segnato la storia della Costa d’Avorio. La sua eredità è inseparabile dalla ricerca della stabilità e dell’armonia nazionale. Nel 1998, durante il colpo di stato, dimostrò una moderazione esemplare. Di fronte alla violenza scelse la via della saggezza, evitando così un bagno di sangue. Questa decisione coraggiosa ha mostrato la sua preoccupazione per preservare la pace e l’unità nazionale.

Nel 2010 la Costa d’Avorio era sull’orlo del precipizio. Le elezioni presidenziali sono state tese e aleggiavano i sospetti di frode elettorale. Bédié avrebbe potuto rivendicare il secondo posto dietro a Gbagbo, ma ha preferito l’alleanza allo scontro. Si è piazzato in terza posizione, lasciando la strada libera a Ouattara. Questa scelta fu criticata, ma dimostrò la sua visione a lungo termine e la sua preoccupazione per la stabilità nazionale.

Nel 2015 Bédié ha lanciato l’appello alla pace di Daoukro. Di fronte alle tensioni politiche e al rischio di violenza, ha invocato il dialogo e la riconciliazione. Il suo gesto è stato lodato, ma ci ha anche ricordato che la pace è fragile e richiede sforzi costanti. La Costa d’Avorio aveva bisogno di questa voce calmante, di quest’uomo che sapeva che la stabilità non si costruisce su litigi di parte, ma sulla comprensione e sul rispetto reciproci.

Oggi la Costa d’Avorio si ritrova senza questo unificatore. Laurent Gbagbo e Alassane Ouattara sono i due giocatori principali. Potrebbe esserci la tanto attesa partita di ritorno? Se Ouattara si presenterà senza Gbagbo le richieste non mancheranno.

Se entrambi si candidassero allora l’opinione pubblica vedrebbe inevitabilmente la famosa partita di ritorno. Bédié non è più lì per mitigare le rivalità. La Costa d’Avorio trattiene il fiato, consapevole dei problemi e delle sfide che si profilano all’orizzonte. I rischi sono reali: tensioni, proteste e forse anche violenza. La stabilità del paese è messa alla prova e gli ivoriani devono rimanere vigili.

Clicca qui per abbonarti a lvoir’Hebdo, il miglior giornale investigativo della Costa d’Avorio e primo best seller

Bédié era un uomo di pace, unificatore e visionario. La sua partenza lascia un vuoto, ma anche un’opportunità per altri leader di affermarsi. La Costa d’Avorio deve restare vigile, preservare la stabilità e portare avanti il ​​dialogo. Dopo Bédié c’è un capitolo da scrivere, con pagine di incertezza e speranza. Gli ivoriani hanno il potere di plasmare il loro futuro, onorando l’eredità di colui che ha saputo, più e più volte, scegliere la via della pace.

Ahouman Gaël Lakpa, analista sociopolitico e scrittore

Costa d’Avorio: “Bédié incarnava valori di coesione e pace” (Lessiehi Mathias)

morte Bédié eredità

-

PREV Info RTL / Carrello Test Achats: ecco i prodotti i cui prezzi sono diminuiti di più questo mese
NEXT Bardella, Glucksmann, Hayer, Bellamy… ultimo dibattito su France 2