Londra (awp/afp) – I prezzi del petrolio sono aumentati lunedì, spinti dall'annuncio dell'estensione dei tagli volontari alla produzione di petrolio da parte di otto membri dell'Opec+ (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) e dalle incertezze geopolitiche.
Intorno alle 09:35 GMT (10:35 CET), il prezzo di un barile di Brent del Mare del Nord, con consegna a gennaio, è aumentato del 2,60% a 75,08 dollari.
Il suo equivalente americano, il barile di West Texas Intermediate (WTI), con consegna a dicembre, ha guadagnato il 2,82%, a 71,52 dollari.
L’aumento del prezzo del petrolio è “ispirato dalle notizie dell’OPEC+”, spiega Tamas Varga, analista di PVM.
Otto membri dell’OPEC+, tra cui Arabia Saudita e Russia, hanno annunciato domenica un’estensione dei tagli alla produzione di petrolio fino alla fine di dicembre, rinviando così la riapertura delle chiuse di fronte al calo dei prezzi.
Gli otto paesi “hanno concordato di estendere le loro ulteriori riduzioni volontarie della produzione di 2,2 milioni di barili al giorno per un altro mese”, ha affermato l’alleanza in una nota.
La reintroduzione di questo volume dovrà avvenire gradualmente, al ritmo di 180.000 barili al mese per dodici mesi, ma solo se le condizioni lo consentiranno, ricorda Giovanni Stauvono, analista di UBS.
Si tratta di un “segnale ai produttori americani di shale” affinché siano più “cauti nelle decisioni di investimento e di produzione” nel 2025, con il rischio di un calo dei prezzi ancora presente, analizza Giovanni Stauvono.
La reazione del mercato all'aumento dei prezzi è supportata anche “dal contesto teso della minaccia di attacco dell'Iran contro Israele e dalle elezioni americane”, sviluppa Tamas Varga.
Una vittoria di Donald Trump, favorevole ai combustibili fossili, potrebbe far salire i prezzi nel breve termine.
In Medio Oriente, l'Iran ha avvertito giovedì che darà una risposta “brutale” all'attacco israeliano effettuato il 25 ottobre contro le sue installazioni militari.
Una tale escalation avrebbe enormi conseguenze al rialzo sui prezzi del petrolio, anche se il presidente iraniano Massoud Pezeshkian ha affermato domenica che un possibile cessate il fuoco tra gli alleati di Teheran e Israele potrebbe influenzare “l’intensità e la natura” della risposta del suo Paese.
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