Europa 1 con AFP / Crediti fotografici: Lionel BONAVENTURE / AFP
17h40, le 02 novembre 2024
Gli Stati Uniti hanno denunciato “fortemente” sabato la condanna a quasi cinque anni di carcere, il giorno prima in Russia, di un ex dipendente del consolato americano a Vladivostok per “collaborazione segreta con uno Stato straniero”.
Sabato gli Stati Uniti hanno condannato “fortemente” la pena detentiva di quasi cinque anni inflitta a un ex dipendente del consolato americano a Vladivostok, in Russia, per “collaborazione segreta con uno Stato straniero”. “La sua condanna sulla base di accuse infondate costituisce una scandalosa ingiustizia”, ha dichiarato in una nota Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato americano.
Dettagli della condanna di Robert Shonov
Robert Shonov, ex impiegato del consolato, è stato condannato venerdì a quattro anni e dieci mesi di prigione. Secondo le agenzie russe, è stato accusato di aver trasmesso agli Stati Uniti informazioni segrete sul conflitto in Ucraina, in cambio di denaro. La Russia ha anche espulso due diplomatici americani nel settembre 2023, accusandoli di aver agito come agenti di collegamento per Robert Shonov. Il tribunale ha dichiarato di aver sequestrato 400.000 rubli (circa 4.000 euro) e un dispositivo elettronico collegato ai fatti contestati.
Si intensificano le tensioni tra Washington e Mosca
Il Dipartimento di Stato americano ha difeso Robert Shonov, precisando che è stato assunto dopo la sua partenza dal consolato esclusivamente per monitorare i media russi ad accesso libero, in conformità con la legge locale. Le accuse russe sono considerate da Washington “del tutto fittizie e infondate”. Negli ultimi anni diversi cittadini americani sono stati arrestati in Russia e Washington sospetta che Mosca voglia scambiarli con russi imprigionati negli Stati Uniti.
Ad agosto ha avuto luogo uno scambio di prigionieri tra l'Occidente e la Russia, liberando gli oppositori russi e cittadini americani come il giornalista Evan Gershkovich e l'ex marine Paul Whelan. L'accordo prevedeva il rilascio di sedici persone detenute in Russia e Bielorussia, in cambio di otto russi imprigionati negli Stati Uniti, Germania, Polonia, Slovenia e Norvegia, nonché dei due figli di una coppia condannata per spionaggio.