Questo venerdì 1° novembre il Libano continua a subire violenti attacchi aerei israeliani contro il Sud, la Bekaa e Baalbeck. Di un’intensità raramente osservata, questi attacchi causano perdite umane significative e peggiorano una crisi umanitaria già critica, mentre la diaspora libanese invia aiuti medici in segno di solidarietà.
Escalation di attacchi aerei su Bekaa e Baalbeck
Gli aerei israeliani hanno preso di mira diverse zone della Bekaa, facendo un numero crescente di vittime. Nella città di Younine, un raid aereo contro una casa che ospitava dodici persone ha provocato, secondo un rapporto preliminare, almeno sette morti. Le squadre di soccorso sono al lavoro per estrarre i corpi dalle macerie. Anche la vicina città di Nahle è stata colpita da aerei da guerra israeliani, provocando la morte di quattro civili. A Laboué è stato preso di mira un santuario religioso.
Baalbeck, famosa per le sue rovine romane, non fu risparmiata. Un raid ha colpito il quartiere di Al-Zahraa, senza preavviso di evacuazione, gettando i residenti nel panico. Un altro raid ha preso di mira la città di Hadath Baalbek. Il Ministero della Sanità ha già segnalato il pesante bilancio di 27 morti nella Bekaa dalla mattina.
Micidiali raid israeliani nel sud
Gli attacchi si sono intensificati nel Sud, dove diverse città sono state pesantemente colpite. Tiro è stata nuovamente presa di mira da attacchi aerei. Uno di questi attacchi è stato particolarmente devastante: un edificio sul mare è crollato, secondo un fotografo dell'AFP sul posto. I soccorritori stanno cercando di trovare le vittime sotto le macerie, senza che si possa stabilire una valutazione precisa.
Sono state prese di mira anche le città di Kafra, Yater e Jouaya, provocando diversi feriti. Altre località, come Siddiqin, Zebqine e Aïtit, nonché Bint Jbeil dove un garage è stato distrutto da un missile, hanno subito attacchi. I residenti continuano a fuggire da queste zone, già colpite dai bombardamenti quotidiani. L’esercito israeliano afferma di continuare le sue operazioni contro le infrastrutture di Hezbollah, nonostante le gravi conseguenze per i civili.
Da parte sua, Hezbollah ha risposto con diffusi attacchi di ritorsione, prendendo di mira le forze israeliane e le posizioni militari lungo il confine con centinaia di missili e provocando più di 95 vittime israeliane e più di 900 feriti. Il gruppo filo-iraniano ha affermato che i suoi combattenti hanno respinto le unità israeliane che hanno tentato di infiltrarsi a Chihine, Jebbayn e Wadi Hammoul, sotto pesante copertura aerea e di artiglieria.
Crisi umanitaria: solidarietà della diaspora e sostegno internazionale
In considerazione di questa difficile situazione, gli espatriati libanesi si stanno mobilitando per fornire assistenza medica essenziale agli ospedali libanesi, sopraffatti dall’afflusso di feriti. Il Ministero della Salute ha coordinato la spedizione di 23 tonnellate di forniture mediche, inclusi medicinali e attrezzature di emergenza, trasportate da Middle East Airlines, Qatar Airways e Turkish Airlines. Il ministero ha elogiato gli sforzi dei diplomatici e della diaspora per la loro solidarietà, ringraziando le compagnie aeree che, nonostante le condizioni di sicurezza, assicurano il trasporto degli aiuti.
La crisi sanitaria è aggravata dai ripetuti attacchi al personale e alle strutture mediche. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’inizio dell’offensiva sono stati 55 gli attacchi contro il settore medico libanese, rendendo estremamente difficile l’accesso alle cure in alcune zone.
Verso un possibile cessate il fuoco?
Sul piano diplomatico, la prospettiva di un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah rimane incerta. Un funzionario americano ha detto al canale Al-Arabiya che al Libano non è stata presentata alcuna proposta per un cessate il fuoco unilaterale, nonostante le discussioni in corso tra l'inviato americano, Amos Hochstein, e i rappresentanti libanesi. Le divergenze persistono, lasciando poche speranze per una rapida riduzione della tensione.