“La letteratura è una scuola di empatia”

“La letteratura è una scuola di empatia”
“La letteratura è una scuola di empatia”
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La Marsigliese : Hai appena completato la terza parte della tua saga storica e intima sul Marocco e il suo periodo postcoloniale, “ Il paese degli altri. Un affresco che evoca la questione delle identità miste.

Leila Slimani : Tutti i personaggi sono infatti misti. In quest’ultimo volume si tratta di risolvere le contraddizioni, convivere o trovare ciò che può essere bello, vivo e interessante in questi attriti piuttosto che chiudersi nel risentimento o nella vendetta. Di questa questione dell’identità non smetto mai di rendermi conto di quanto essa sia fluida, quanto sia plastica, dipende dalla maturità, dai tempi o dalle circostanze. Non è certo una cosa che si può imporre dall’esterno, me ne rendo sempre più conto man mano che invecchio.

Sottolinei che il tuo amore per la letteratura è stato nutrito dalla passione per gli altri. L’alterità resta fondamentalmente il tuo modo di intendere il mondo? ?

L.S. : Assolutamente. Ciò che più mi affascina è questo grande mistero attorno al quale ruoto: cos’è l’altro? Solo guardando le persone, osservandole camminare, mangiare… anche alla mia età, continuo a chiedermi: cosa pensano, a cosa aspirano, da dove vengono o com’è la loro vita?

Anche se l’aria dei tempi è viziata dal razzismo disinibito veicolato da alcuni media e sui social network, come vivi il clima ambientale? ?

L.S. : L’ho visto con un misto di rivolta, rabbia, dolore e delusione. Quando ripenso alla giovane donna che avevo vent’anni quando arrivai in Francia, nel 1998 in piena Coppa del Mondo, e a tutta questa gioia che si affermava, non potevo immaginare di sentire le cose che sento oggi. Anche se non sono del tutto ingenuo, credevo in una storia che andasse verso un maggiore progresso e un’apertura maggiore. Quindi sì, mi fa venire i brividi.

Di fronte a questa crescita dell’intolleranza, la letteratura può fare qualcosa? ?

L.S. : Ovviamente. Molto semplicemente perché quando leggi un libro puoi diventare qualcun altro. Mettendoci nei panni dell’altro, ci rendiamo conto che ciò che siamo è solo frutto del caso. All’improvviso la vita sembra contingente: la letteratura inizia sempre con un “e se”. Questo “e se” ristabilisce una forma di libertà che ci mostra che non siamo schiavi della realtà. La realtà allora non è guidata solo dalla necessità, è mobile, plastica, fatta delle nostre scelte. Ciò che ci apre agli altri, alla loro vulnerabilità, sviluppa la nostra empatia e forse anche la nostra indulgenza, la nostra capacità di perdonare e accettare gli errori degli altri, spesso rispecchiando le nostre stesse debolezze. Per me la letteratura è una scuola di empatia e umiltà.

Il lavoro di Sonia Terrab, con cui hai lanciato la rubrica 490, sarà presentato in questa grande intervista al Mucem. fuorilegge » che denuncia l’articolo 490 del Codice penale marocchino, che punisce con il carcere i rapporti sessuali fuori del matrimonio e l’aborto. Si stanno muovendo le linee in Marocco sulla questione delle libertà individuali in materia di sessualità? ?

L.S. : Le cose stanno andando avanti. Pochi giorni fa il ministro della Giustizia Abdellatif Ouahbi ha fatto alcuni annunci piuttosto nella giusta direzione, invocando la fine delle misure discriminatorie contro le donne e un reale rispetto della vita privata (il ministro ha ricordato, rivolgendosi agli albergatori, che richiedere un certificato di matrimonio alle coppie marocchine “è contrario alla legge ”, nel corso dell’interrogazione orale alla Camera dei Consiglieri di martedì 21 maggio, ndr). Siamo in attesa anche di una riforma del codice della famiglia, il Moudawana. Negli ultimi mesi si sono svolte anche consultazioni a 180 gradi, dalle associazioni femministe agli islamisti, per arrivare ad una riforma del codice penale. Speriamo prima dell’estate di avere risposte alle domande che ci preoccupano, in particolare il divorzio e l’uguaglianza tra uomini e donne per quanto riguarda la tutela dei figli.

Vivi a Lisbona da qualche annonato. Marsiglia, situata sul mare, è una città che ti ispira ?

L.S. : Molto. È una città che mi interessa, mi affascina. È una città che rispecchia altre città che conosco bene, come Tangeri o Orano. Amo i porti, amo il mare, amo queste città molto eterogenee come Napoli dove accadono molte cose nascoste. Mi piace anche il viaggio, l’idea della partenza, con quello che comporta sia avventura che malinconia. Marsiglia è una città che riunisce molte cose che mi toccano.

La tua trilogia ha richiesto molti anni di lavoro. Quali progetti stai portando avanti adesso? ?

L.S. : Dopo questa trilogia che mi ha richiesto otto anni di lavoro colossale, dovrei riposarmi un po’ ma non so come fermarmi. Dal teatro al cinema, soprattutto con la mia amica Sonia Terrab, ho tanti progetti, forse troppi!

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