E la Palma d’Oro viene assegnata a… Ecco la nostra lista ideale dei vincitori del Festival di Cannes 2024

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ASLAN/NEBINGER/NIVIERE/SIPA

Selezione Poiché l’albo d’oro è necessariamente soggettivo, “the New Obs” non resiste alla tentazione e mostra cortesia a Greta Gerwig e alla sua giuria nel premiare i suoi favoriti della 77esima edizione del Festival di Cannes.

Di Nicolas Schaller e Isabelle Danel

pubblicato su 25 maggio 2024 alle 7:00Aggiornato 25 maggio 2024 alle 8:03

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Sono 22 i film in concorso. Chi tra Jacques Audiard, Mohammad Rasoulof, Andrea Arnold… succederà a “Anatomia di una caduta” di Justine Triet e vincerà la 77esima Palma d’Oro nella storia del Festival di Cannes? In attesa della scelta della giuria presieduta da Greta Gerwig, “le Nouvel Obs” stila la sua ideale graduatoria di vincitori.

• Palma d’Oro: “I semi del fico selvatico” di Mohammad Rasoulof

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“I semi del fico selvatico” di Mohammad Rasoulof FILM PIRAMIDALI

Le voci lo rendevano il favorito della Palma, soprattutto dopo la fuga dall’Iran del suo direttore, Mohammad Rasoulof, dopo la sua condanna a otto anni di carcere e la confisca dei suoi beni all’inizio di maggio. Confermiamo: il film, sapientemente programmato l’ultimo giorno del festival, è bellissimo. Non ha la modernità sgargiante di “Emilia Perez” di Jacques Audiard, al quale avremmo potuto anche dare il premio supremo in assenza di un capolavoro incontestabile. Preferiamo addirittura il più lirico “A Man of Integrity” dello stesso Rasoulof, vincitore del premio Un certain Regard nel 2017. Ma questo tuffo claustrofobico nella casa di un funzionario della dittatura iraniana, le cui due giovani figlie sono conquistate dalla il movimento “Donna, Vita, Libertà”, è una rappresentazione implacabile del sistema autocratico, assurdo e omicida dei mullah, che sta corrompendo la società iraniana. Come è riuscito Rasoulof a filmare sul posto, clandestinamente, un atto del genere? Il risultato, politicamente eroico e cinematograficamente potente, merita sicuramente una Palma.

• Gran Premio: “Il bene più prezioso” di Michel HazanaviciuRand S

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“Il bene più prezioso” di Michel Hazanavicius

Presentato alla fine, anche il film d’animazione del regista di “The Artist” (premio maschile per Jean Dujardin nel 2011) è una meraviglia. Adattato dall’omonimo racconto di Jean-Claude Grumberg, ripercorre i destini di un bambino gettato da un treno in partenza per i campi, della coppia di vecchi taglialegna che lo accolgono e lo allevano in mezzo alla foresta, e dei suoi padre nell’inferno di Auschwitz. Oppure la Shoah raccontata ai bambini (grandi) con una grazia e una modestia commoventi che non impediscono quadri da incubo degni di Munch o Hieronymus Bosch. La bella sobrietà dell’animazione contrasta con la musica di Alexandre Desplat, riuscita ma a volte invasiva, in questo film dalle visioni ispirate, doppiato da Dominique Blanc e Grégory Gadebois (in sostituzione di Gérard Depardieu, a cui è stata tolta la voce). A ciò si aggiunge il racconto della voce stanca di Jean-Louis Trintignant al tramonto della sua vita e la resurrezione di una ninna nanna yiddish (“Schluf Je Iedele”), cantata da Marie Laforêt, sui volti muti delle future vittime dell’abominio nazista. Quando lo avviò cinque anni fa, Hazanavicius non sperava certo che questo appello contro l’antisemitismo incontrasse notizie così preoccupanti. Ha tutte le carte in regola per diventare un futuro classico che verrà mostrato nelle scuole.

• Premio Attore Femminile: Selena Gomez, Zoe Saldaña e Karla Sofía Gascón in “Emilia Perez” di Jacques Audiard

È un trio davvero infernale: l’uomo diventato donna, il suo avvocato e sua moglie, in questo affresco di canti e danze di Jacques Audiard sullo sfondo di narcotrafficanti e redenzione. Sono unici e complementari, tutti e tre molto coinvolti e onnipresenti. Premiarne solo uno sarebbe ingiusto. E anche se la competizione ha visto molti ruoli femminili importanti, vediamo solo Mikey Madison in “Anora” per batterle sul posto. Spogliarellista, amante, bellicosa: è vero che lei sola vale tre…

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Critico “Emilia Perez”, la bomba queer di Jacques Audiard che fa tremare Cannes

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• Premio per l’attore maschile: Sebastian Stan in “ L’apprendista ” di Ali Abbasi

Trasformazione visibile, evoluzione del personaggio da bamboccione a cinico corrotto, i capelli sempre più rigidi, il pancione sempre più opulento: l’incarnazione di Donald Trump in gioventù da parte dell’americano di origine rumena Sebastian Stan, conosciuto finora per essere il Winter Soldier delle produzioni Marvel, è più che perfetto. E inquietante. Per il resto, Ben Wishaw in “Limonov, the Ballad” interpreta il cattivo con disinvoltura e subisce anche impressionanti trasformazioni fisiche nel corso di più di quarant’anni.

• Premio della giuria: “Anora” di Sean Baker

Divertente, raffinata e disinibita, questa epopea sovralimentata su una giovane spogliarellista e il figlio di un oligarca russo ha tutto ciò che ci dispiace che il cinema indipendente americano non sia più: rappresentazione lucida dell’epoca, personaggi innamorati, accuratezza dei personaggi e attori ad hoc. Per la sua seconda partecipazione al concorso dopo “Razzo Rosso”l’americano Sean Baker, paladino dei lavoratori del sesso e di altri dimenticati dal sogno americano, ha più che dato risultati.

• Premio per la Miglior Regia: “Bird” di Andrea Arnold

Impossibile trovare un accordo su Paolo Sorrentino, in corsa “Partenope”o sul rumeno Emmanuel Parvu for “Tre chilometri prima della fine del mondo”incoroniamo la britannica Andrea Arnold, abitualmente iscritta al Premio della Giuria (lo vinse nel 2006 per “Strada Rossa”nel 2009 per “Acquario” e nel 2016 per “Miele americano”). Non sarebbe ora di dargli accesso a quello della messa in scena? Perché è grazie alle sue intuizioni di regista che questa nuova storia di emancipazione adolescenziale nel quarto mondo inglese, questo film arioso su una triste realtà, sfugge al simbolismo kitsch della sua parabola animale.

• Premio per la sceneggiatura: “Tutto ciò che immaginiamo come luce” di Payal Kapadia

Di Nicolas Schaller e Isabelle Danel

A questo proposito Festival del cinema di Cannes

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