Presunto tentato omicidio nell’area di accoglienza trasmigranti di Barnich: “differenze molto complicate con cui convivere”

Presunto tentato omicidio nell’area di accoglienza trasmigranti di Barnich: “differenze molto complicate con cui convivere”
Presunto tentato omicidio nell’area di accoglienza trasmigranti di Barnich: “differenze molto complicate con cui convivere”
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In collaborazione con la città di Arlon, un collettivo di aiuto ai trasmigranti offre alloggio a questi uomini che fuggono dal loro paese e che cercano a tutti i costi di raggiungere l’Inghilterra. In genere si nascondono nei boschi lungo le autostrade, in particolare la E411, aspettando il calare della notte per nascondersi in un camion. I cittadini, impietositi per la sorte e la vita condotta da questi sfortunati, si organizzarono per offrire loro un po’ di cibo, arrivando addirittura ad accoglierli nelle loro case.

A Barnich (Arlon), nei pressi della zona autostradale di confine di Sterpenich, i boschi sono stati occupati da questi migranti, provenienti soprattutto da due paesi dell’Africa orientale, Sudan ed Eritrea, due paesi rivali, dalla povertà colossale, ma anche afflitti da guerre interne permanenti. Una residente del piccolo borgo lorenese, aiutata da altri compaesani e da associazioni, si è prodigata per offrire loro una parvenza di alloggio più o meno corretto. La città di Arlon ha messo a loro disposizione la vecchia scuola di Barnich abbandonata. Colei che tutti chiamano “Mamma Nadine” ha smosso cielo e terra per allestire dormitori e dare il cambio a queste persone che a volte si fermano solo pochi giorni o che vi si stabiliscono per periodi più lunghi.

Un motivo futile, una tragedia evitata per un pelo

Mohammed, vent’anni, è originario del Darfur, regione secessionista del Sudan orientale, regione in guerra. Il 1 marzo 2024, nel cuore della notte, volle fumare uno spinello all’interno dell’edificio. Un eritreo vuole fermarlo. I toni si alzano, segue una lotta comunitaria tra sudanesi ed eritrei. Un membro della comunità eritrea si sveglia e vuole intervenire per intervenire. Mohammed estrae un coltello e lo ferisce gravemente al petto e al viso. “Fortunatamente la ferita al petto era più ampia che profondanota Me Dimitri Soblet, avvocato della vittima, Ma l’intento era chiaramente letale”.

L’imputato ha espresso i suoi problemi psicologici, ritenendosi autistico. Confuta completamente le accuse contro di lui. “La perizia psichiatrica non ha rilevato nulla di anomalo nel comportamento dell’imputato, ma ritiene che il rischio di recidiva sia elevato, mantiene il sostituto del procuratore del re Loïc Richard . Anche se il coltello non è mai stato ritrovato, le ferite parlano da sole. La sua versione non è credibile.”

Il pubblico ministero ricorda che la pena per tali atti può arrivare fino a otto anni di reclusione. “Tenerò conto dell’esperienza di questo giovane africano che ha dovuto fuggire dal suo Paese, attraversare il Mediterraneo per arrivare in Belgio 3 anni fa, dove non ha mai avuto problemi. Chiedo 4 anni di carcere senza oppormi ad una semplice sospensione parziale .”

L’avvocato dei sudanesi, Me Audrey Lissoir, ha ricordato il contesto in cui i trasmigranti sono fuggiti dal loro Paese a rischio della vita e la sindrome post-traumatica con cui devono convivere. Crede che le prove della colpevolezza del suo cliente non esistano. “È molto complicato convivere con le differenze culturali e religiose tra sudanesi ed eritrei”, dice l’avvocato. Ne chiede l’assoluzione, perché il suo posto non è in prigione. In subordine, chiede una semplice proroga per ciò che va oltre la detenzione preventiva. Sentenza del 24 giugno.

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