E se Mohamed Amra non fosse scappato: questa la teoria che mette in discussione le ragioni dell’aggressione mortale al furgone della prigione

E se Mohamed Amra non fosse scappato: questa la teoria che mette in discussione le ragioni dell’aggressione mortale al furgone della prigione
E se Mohamed Amra non fosse scappato: questa la teoria che mette in discussione le ragioni dell’aggressione mortale al furgone della prigione
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Continua la caccia per ritrovare Mohamed Amra e le persone che lo hanno liberato dal furgone della prigione attaccato martedì 14 maggio. L’indagine dovrà chiarire molti punti, in particolare le ragioni di quella che viene presentata come una fuga. Ma era davvero uno?

Ora è presentato come l’uomo più ricercato in Francia. Mohamed Amra, detto La Mouche, non è stato ritrovato da martedì 14 maggio. Quel giorno è stato attaccato il furgone della prigione responsabile della sua estrazione. Due agenti penitenziari vengono uccisi e altri tre rimangono feriti.

Un’operazione di grande violenza e necessariamente molto ben preparata. Il trentenne, noto alla polizia, è stato condannato 13 volte per furto, violenza con l’uso di armi, associazione a delinquere e perfino estorsione. È inoltre incriminato per “tentato omicidio da parte di una banda organizzata” e per “rapimento e sequestro di persona” che hanno portato alla morte di un giovane spacciatore.

Sapeva che sarebbero venuti a prenderlo?

Nonostante questo primato di banditismo, il giovane non ha il profilo di un boss della malavita. Anche il suo avvocato è il primo a stupirsi. Invitato a reagire la sera dell’attentato mortale BFMsi dice Hugues Vigier “stordito”. “Non riesco a immaginare che questo ragazzo possa essere coinvolto.” Egli ha detto.

Riconosce che il fatto che il detenuto abbia tentato di segare le sbarre della sua cella qualche giorno fa potrebbe far pensare che si stesse preparando un tentativo di fuga. Il giornalista di BFM chiede esplicitamente: “Possiamo immaginare che questo commando sia venuto a liberare Mohamed Amra senza che lui lo sapesse?”

Se fossimo “venuti a prenderlo”

“Vorrei che non lo sapesse, che immaginasse di non essere lo sponsor, il coautore. Non cambierà nulla nel dramma”. “Ho sperimentato fughe, tentativi di fuga, in cui le persone interessate non erano avvisate affinché attraverso il loro comportamento o il loro atteggiamento non manifestassero nulla che potesse destare allarme”spiega l’avvocato.

Infine avanza una terza possibilità: “È perché siamo venuti a prenderlo non per liberarlo ma per averlo a disposizione e magari per fargli pagare quello che supponiamo lui stesso avrebbe commesso.”

È su quest’ultima teoria che concorda Frédéric Ploquin, giornalista specializzato in criminalità organizzata, intervistato da Francia 3 Normandia. Quest’ultimo afferma di aver scambiato con “grandi teppisti che hanno analizzato il video” dell’aggressione e che non trovano evidente che sia scappato.

“Possiamo infatti immaginare, nella misura in cui quest’uomo è a priori in guerra con un certo numero di concorrenti, l’ipotesi secondo cui siamo venuti a cercarlo per altri motivi: per farlo parlare, per chiedergli aiuto . soldi…”dice il giornalista.

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