Il petrolio sale sui timori geopolitici

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Il petrolio sale sui timori geopolitici
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Lunedì i prezzi del petrolio sono aumentati, con gli operatori che credono ancora una volta in una risposta israeliana contro l’Iran in risposta all’attacco missilistico effettuato da Teheran il 1° ottobre. Il prezzo del barile di Brent del Mare del Nord, con consegna a dicembre, è salito dell’1,68%, a 74,29 dollari. Il barile americano di West Texas Intermediate (WTI) con scadenza a novembre è aumentato dell’1,94% a 70,56 dollari. “È un altro giorno di preoccupazione per la situazione in Medio Oriente (…) e (il mercato) sta cercando di calibrare le diverse reazioni”ha commentato all’AFP John Kilduff, di Again Capital.

Sabato, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato il movimento libanese filo-iraniano Hezbollah di aver tentato di assassinarlo, dopo che la sua residenza privata era stata presa di mira da un attacco di droni in sua assenza. “Hezbollah, un alleato dell’Iran che ha cercato di assassinare me e mia moglie, ha commesso un grave errore”ha detto Netanyahu in una nota. “Dico agli iraniani e ai loro partner nell’Asse del Male: chiunque cerchi di danneggiare i cittadini di Israele pagherà un prezzo alto”. Hezbollah non ha rivendicato l’attacco dei droni, ma la missione iraniana presso le Nazioni Unite ha affermato che dietro l’attacco c’era il movimento libanese.

Rischio di una “situazione incontrollabile”

Domenica sera, l’agenzia di stampa nazionale libanese ha riferito di diversi attacchi aerei effettuati dall’esercito israeliano nella periferia sud di Beirut e nel Libano orientale contro filiali di un istituto finanziario legato a Hezbollah. Questi sviluppi ravvivano i timori di un incendio in Medio Oriente e di una risposta da parte dello Stato ebraico all’attacco missilistico del 1° ottobre su Teheran, potenzialmente contro le infrastrutture petrolifere iraniane. “Questa situazione è preoccupante per il mercato petrolifero e continua a sostenere in una certa misura i prezzi. Resta il rischio che la situazione diventi incontrollabile”analizzò il signor Kilduff.

Il rialzo del prezzo dell’oro nero resta tuttavia contenuto da una domanda ritenuta insufficiente, in particolare da parte della Cina, che sta registrando un rallentamento della crescita economica, vale a dire “un grosso ostacolo per il mercato”secondo John Kilduff. Secondo i dati ufficiali, le importazioni di greggio della Repubblica Popolare si sono contratte a settembre per il quinto mese consecutivo su base annua, scendendo del 7,4% rispetto ad agosto. La banca centrale cinese ha annunciato lunedì il taglio di due tassi di interesse di riferimento per rilanciare l’attività economica del paese.

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