Maud Bregeon: “Dobbiamo essere lucidi: la mia famiglia politica non ha vinto le elezioni”

Maud Bregeon: “Dobbiamo essere lucidi: la mia famiglia politica non ha vinto le elezioni”
Maud Bregeon: “Dobbiamo essere lucidi: la mia famiglia politica non ha vinto le elezioni”
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ELLE. – Come parlare di governo plurale?

Maud Bregeon. – La linea che seguo è quella stabilita dal Primo Ministro con i diversi gruppi che lo sostengono.

È anche una linea alla quale aderisco personalmente: quella di una politica che non mini i successi del presidente e dell’ex maggioranza negli ultimi 7 anni, in particolare in termini di creazione di posti di lavoro e creatività, ma che ascolti i messaggi – e sono stati forti – dai francesi alle ultime elezioni, legislative ed europee, in particolare sulla necessità di ordine, giustizia sociale e giustizia fiscale.

ELLE. – Qual è la cosa più difficile del tuo lavoro? Sii fedele all’espressione plurale o sei d’accordo con le tue convinzioni? Queste convinzioni influenzano i tuoi discorsi?

MB- Le mie convinzioni sono costanti. Ho lasciato la mia vita da ingegnere per entrare in politica con un obiettivo: essere utile alla gente, il che significa non sottrarsi alle responsabilità quando i tempi si fanno difficili. Ho accettato questa missione perché ho fiducia nell’uomo che è Michel Barnier e perché condividiamo gli elementi essenziali sugli orientamenti necessari per il nostro Paese.

“Michel Barnier mi sembra avere un buon equilibrio”

Allora non dimentico da dove vengo. Ho una forma di doppia lealtà e la abbraccio. Una fedeltà storica e inalterabile al Presidente della Repubblica, che è all’origine del mio impegno nel 2016. E una fedeltà a Michel Barnier che mi ha nominato, che ha fiducia in me, con il quale condivido convinzioni e volontà di rispondere alle esigenze profonde aspirazioni dei francesi: si rimbocca le maniche sulla regalità, ha un alto livello di richieste di giustizia fiscale e sociale. Infine, condivide con Renaissance l’impegno europeo e una visione del ruolo centrale della Francia all’interno dell’Unione Europea.

Infine, dobbiamo essere chiari: la mia famiglia politica non ha vinto le elezioni. Siamo legittimamente molto legati a ciò che facciamo da 7 anni. Ma bisogna ascoltare e comprendere le ragioni di questa sconfitta. Quando si perdono diverse elezioni consecutive, non si può presumere che, nonostante le opinioni degli elettori, si avrebbe ragione contro tutti.

Michel Barnier mi sembra avere un buon equilibrio. Lucidità sulla situazione, rispetto per tutti, apprezzamento per quanto fatto con il Presidente della Repubblica da 7 anni, voglia di unire le persone nonostante storie politiche diverse.

Non ho mai creduto alla favola del vecchio mondo e del nuovo. Ho sempre sentito che ci fosse una continuità, una trasmissione che deve avvenire nella vita politica come nella vita in generale. Il capo del governo oggi costruisce questo legame tra mondi politici che non si parlano più. È positivo e salutare.

ELLE. – Ci sono molti intoppi nel governo. Ministri che si contraddicono e ministri che minacciano di lasciare il governo se il loro bilancio non è all’altezza delle aspettative. Come portavoce, il suo consiglio ai ministri è “lasciate fare a me”?

MB- No, ovviamente non mi permetterei di dirlo. Vorrei solo ricordarvi che quando abbiamo deciso di entrare nel governo, eravamo tutti consapevoli di farlo in un quadro di bilancio estremamente limitato e in un contesto politico senza precedenti. In breve, sapevamo dove stavamo andando. È legittimo che ognuno difenda la causa che porta avanti nel proprio ministero, ma questa causa deve essere portata avanti in un quadro collettivo. E discusso in un contesto collettivo.

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