ANALISI – Il progressismo penitenziale che ha preso il controllo dei campus e delle istituzioni americane sta producendo ritorni di fiamma tra gli intellettuali neri e spingendo una parte del voto afroamericano verso Trump.
Non sono uscite dal nulla le urla degli studenti americani che, avvolti nelle kefiah palestinesi, gridano il loro odio verso Israele e bloccano l’accesso dei loro compagni ebrei ai campus americani. Rappresentano l’ultima illustrazione dell’ossessiva ideologia razzista e decolonialista che ha preso il controllo delle università americane, emarginando ogni pensiero dissidente. Un’ideologia caricaturale che dipinge un mondo binario condiviso tra “oppressori” – bianchi, occidentali, israeliani e infine ebrei – e “oppressi”, una categoria che riunisce tutte le minoranze “in lotta” e come tale abbraccia i palestinesi, anche quando sono incarnano l’approccio terroristico di Hamas.
Da questo punto di vista, il caos che ha attanagliato la Columbia e tanti altri campus nasce dal grembo di un progressismo penitenziale che sostiene la lotta “contro la supremazia bianca” presumibilmente alloggiata nella testa di tutti i bianchi da sempre. Una…
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