Cos’è il Progetto Alimentare Territoriale su cui sta lavorando l’Agglo Pays d’Issoire?

Cos’è il Progetto Alimentare Territoriale su cui sta lavorando l’Agglo Pays d’Issoire?
Cos’è il Progetto Alimentare Territoriale su cui sta lavorando l’Agglo Pays d’Issoire?
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Da diversi mesi, l’Agglo d’Issoire (Puy-de-Dôme) sta lavorando al livello 1 del suo Progetto Alimentare Territoriale (PAT). L’obiettivo: analizzare i problemi alimentari del territorio per rispondere ad essi.

Creare una cucina centrale per le scuole, incoraggiare pratiche agricole virtuose, sostenere i cortocircuiti, lottare contro l’insicurezza e lo spreco alimentare… sono tutte azioni che possono concretizzarsi all’interno di un Progetto Territoriale Alimentare (PAT). Questo sistema, istituito dalla legge del futuro per l’agricoltura, l’alimentazione e le foreste del 2014, sta prendendo forma nell’Agglo Pays d’Issoire.

Fase di emergenza

“Lo scopo della PAT è progettare un cibo più sano, locale, accessibile a tutti, rispettoso dell’ambiente e che garantisca un reddito equo per tutti gli attori coinvolti nella filiera”, elenca Luna Chambaud, responsabile del progetto Sviluppo dell’economia locale di Api. “Il nostro Progetto Alimentare Territoriale è ancora nella sua fase emergente”, continua “L’obiettivo è passare al livello 2, la fase di azione, il prossimo anno”.

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Ma prima di iniziare il passo successivo era necessario comprendere le dinamiche del territorio. Senza trascurare, ovviamente, le azioni già esistenti, “che devono essere rafforzate e sostenute”, insiste Luna Chambaud.

Per fare questo, l’Api ha innanzitutto “affidato a due studi di progettazione, Sisca e Aircoop, il compito di effettuare una diagnosi del sistema alimentare del territorio”, spiega il manager. Una diagnosi che ha portato alla restituzione delle questioni territoriali il 18 marzo.

“Quello che è emerso è che sul territorio c’è ancora un forte deficit per quanto riguarda la produzione di ortaggi e frutta. Si nota anche un progressivo calo delle aziende lattiero-casearie”.

Luna Chambaud (vuoto)

Sul fronte della trasformazione, che riguarda essenzialmente cereali e formaggi negli 88 comuni dell’Agglomerato, dall’analisi è emersa la totale assenza di conserve vegetali. “C’è anche molta pressione sul territorio in pianura e, al contrario, una desertificazione degli altopiani”, aggiunge. Zone come Cézallier o Sancy poi soffrono di carenza di imprese.

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“Gli abitanti di questi comuni sono spesso costretti a scendere a Issoire o a Saint-Germain-Lembron”, aggiunge Marie-Françoise Foucault, vicepresidente dell’Agricoltura e delle foreste dell’Api.

Azioni di coordinamento

Di fronte a queste diverse problematiche, l’Agglo svolgerà azioni di coordinamento tra i numerosi player del settore alimentare. “Alcuni progetti, come quello della cucina centrale, sono già stati realizzati dall’Agglo”, ricorda Marie-Françoise Foucault. “Ma l’idea è che coloro che desiderano impegnarsi nella PAT possano prendere iniziative ed essere sostenuti”.

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Affinché le idee possano emergere, l’Api ha deciso quindi di allestire spazi di confronto, in modo da “coinvolgere quante più persone possibili, che sono direttamente o indirettamente interessate dal tema del cibo”, sintetizza il responsabile dell’iniziativa.

Una co-costruzione dei contenuti del PAT, iniziata all’inizio del 2024 sotto forma di laboratori partecipati tra Api e i diversi stakeholder del territorio, e che proseguirà con la prima edizione del Forum Locale del cibo, dal 15 al 17 maggio.

Elora Mazzini

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