Presso Uni Mail, si decide, gli studenti parteciperanno al dibattito proposto dal rettorato
Nel tardo pomeriggio gli studenti che occupano Uni Mail hanno discusso in aula la proposta del rettorato. Tra gli studenti presenti le opinioni sono visibilmente divise. Per alcuni si tratta di “discussioni che si trascineranno”, di “non preoccuparsi di quello che pensano i media”, di “ottenere garanzie”. “Ho l’impressione che ci chiedano di rivedere le nostre richieste. Può rallentare il movimento, incoraggiare le persone a credere che il movimento sia finito, perché abbiamo avuto qualcosa. (…) Non vogliono riconoscere il genocidio di Gaza”, afferma ad esempio una donna presente all’assemblea, riunita per l’occasione sui gradini della sala.
“Se vogliamo che la nostra voce venga ascoltata, dobbiamo essere in grado di fare pressione nella direzione opposta. Oggi siamo forse 200 o 300, mentre l’università ha migliaia di studenti. La nostra unica garanzia è che il movimento cresca, che mobilitiamo tra il 10 e il 20% degli studenti. Espandiamo il movimento!”, sostiene un altro giovane.
D’altronde le reazioni non si fanno attendere. “Penso che la soluzione tra “non andare lì” e “andare lì” sia andare lì e stabilire i termini per fornire un quadro per i negoziati”, sostiene uno studente.
«Domani se non andiamo ci diamo la zappa sui piedi, perché non conosciamo nemmeno il contenuto della trattativa. Fin dall’inizio abbiamo sostenuto il dialogo”, aggiunge un altro. “Dobbiamo scegliere la narrazione che vogliamo dare al nostro movimento”, continua un altro studente. “Non avevamo la stessa mentalità degli altri stati, non avevamo la polizia. Penso che sia nel nostro interesse mantenere il dialogo. Altrimenti non vedo come il movimento potrà prosperare”, dice un altro.
Alla fine gli studenti presenti hanno deciso quasi all’unanimità di andare, votando.
