Donald Trump e Joe Biden “sono figure vuote della democrazia”, ​​secondo la storica Sylvie Laurent

Donald Trump e Joe Biden “sono figure vuote della democrazia”, ​​secondo la storica Sylvie Laurent
Donald Trump e Joe Biden “sono figure vuote della democrazia”, ​​secondo la storica Sylvie Laurent
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Se tra un solo mese, il 9 giugno, l’Europa votasse, le elezioni più importanti per il futuro del mondo quest’anno si svolgerebbero dall’altra parte dell’Atlantico? Tra sei mesi si svolgeranno le elezioni presidenziali americane, con un nuovo duello tra Donald Trump e il presidente uscente Joe Biden.

Sylvie Laurent, specialista in storia americana, insegnante a Sciences Po e ricercatrice associata ad Harvard. Ha pubblicato “Capitale e razza: storia di un’idra moderna”.

“Il mondo dovrebbe poter esistere senza un punto di riferimento permanente verso gli Stati Uniti. Ma è chiaro che la nostra proiezione verso questo continente americano è ancora, ancora una volta, altrettanto potente. Non so se dovremmo deplorarlo o gioirne.

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No, non sono slegati dalla scadenza elettorale, ma certamente c’è qualcosa come uno squilibrio o una flagrante discrepanza tra questo incontestabile dinamismo popolare della società civile americana e i due candidati che sono chiamati a parlare nel 2024. Allo stesso tempo , stiamo assistendo alla messa in scena di ciò che questi due candidati, Joe Biden e Donald Trump, hanno incarnato e incarnano nella storia politica americana. Da un lato c’è Donald Trump in ciò che incarna, in questo processo davanti ai suoi giudici, vale a dire un misto di comportamenti malvagi, collusioni tra denaro e politica e profondo degrado della democrazia e dello Stato di diritto.

D’altro canto, c’è un Joe Biden che persiste in una politica estera che è ovviamente un fallimento nel suo sostegno a Israele, anche se la maggioranza della popolazione, nei sondaggi che si sono accumulati negli ultimi mesi, chiede ripetutamente un cessate il fuoco e a favore della fine dell’amnistia e dell’impunità concesse a Israele e della riduzione dei disarmi inviati lì.”

Alain Frachon, editorialista del quotidiano Le Monde, ex corrispondente da Washington. Premette l’opera “2024, l’anno di tutte le minacce viste dalla CIA”.

“Non voglio sottovalutare l’importanza dell’elezione del Parlamento europeo. È fondamentale per noi, per l’Unione europea, per i paesi dell’UE e anche per i suoi vicini. A livello strategico, economico, finanziario, tecnologico, è chiaro ancora una volta che la prima potenza mondiale sono gli Stati Uniti. Possiamo dire che ci sono grandi continuità storiche e che tutto non cambia da un giorno all’altro nel caso dell’elezione di Trump, come ha dimostrato, durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, molte cose cambiano.

È sempre difficile valutare l’umore collettivo di un Paese del genere, so che conta nella scienza politica e nella storia, ma è sempre difficile stilarlo perché quello che mi ha colpito negli Stati Uniti, questo è l’impressionismo, è una sorta di scollamento tra il dinamismo, nonostante tutto, della società civile e del mondo politico. Sono colpito dal dinamismo degli Stati Uniti.”

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