Troppi genitori non reclamano i 620 euro che lo Stato gli deve per il loro figlio

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Un vantaggio fiscale poco conosciuto permette a migliaia di genitori di ricevere in media 620 euro. Tuttavia, ogni anno migliaia di case perdono l’accesso.

Il compito primaverile di presentare le tasse termina tra poche settimane. Milioni di contribuenti sono invitati a menzionare nella dichiarazione 2024 i redditi percepiti nel corso dell’anno 2023. La campagna di dichiarazione è anche il momento in cui le famiglie possono beneficiare di numerosi crediti d’imposta grazie alle spese effettuate durante l’anno.

I genitori che hanno figli a carico possono beneficiare di numerosi vantaggi fiscali. Alcuni crediti d’imposta, come quello per i bambini inseriti negli asili nido, sono ben conosciuti e utilizzati da quasi 2 milioni di famiglie. Tuttavia altri benefici sono molto meno popolari perché la maggior parte dei genitori non è a conoscenza della loro esistenza.

Ricordiamo che il credito d’imposta è assimilabile ad una “imposta negativa”. Pertanto, il credito d’imposta consente al contribuente di ridurre l’importo dell’imposta sul reddito che deve versare alle autorità fiscali. Nel caso in cui l’importo del credito sia superiore all’importo dell’imposta dovuta dal contribuente, quest’ultimo riceve direttamente la differenza. In questo modo anche le famiglie che non sono soggetti passivi possono beneficiare di un pagamento in denaro da parte dell’amministrazione fiscale. Concretamente, una persona che non deve pagare le tasse, ma che può beneficiare di un credito d’imposta di 300 euro, riceverà un pagamento di 300 euro alla fine dell’anno.

Il noto credito d’imposta per le spese di custodia dei figli sotto i 6 anni rimborsa il 50% delle spese, fino al limite di 3.500 euro annui per figlio. Si tratta di un credito d’imposta fino a 1.750 euro per bambino inserito in un asilo nido o con una tata ogni anno.

Ma questo credito d’imposta non riguarda solo l’assistenza in asilo nido o presso una tata. Si applica anche ai costi degli asili nido doposcuola, degli asili nido e dei centri ricreativi per bambini sotto i 6 anni. Chiaramente, avere il bambino accudito la sera, il mercoledì o durante le vacanze in un asilo nido dà diritto al credito d’imposta. Tuttavia, diverse migliaia di bambini frequentano queste strutture senza che i genitori dichiarino al fisco i relativi costi.

Per beneficiare di questo vantaggio fiscale poco conosciuto è necessario richiedere la certificazione fiscale al proprio Comune o all’associazione che gestisce la struttura di accoglienza, per poi riportare l’importo nella dichiarazione dei redditi nelle caselle dedicate (7GA e seguenti). Non sono ammissibili le spese per la mensa, ma solo le spese per l’assistenza all’infanzia. Se ti dimentichi di farlo, è possibile correggere la tua dichiarazione. Le autorità fiscali rivedranno quindi il loro calcolo e pagheranno il credito d’imposta dovuto.

Nel 2021 hanno usufruito del credito d’imposta quasi 2 milioni di famiglie, con un guadagno medio di 620 euro, secondo i dati della Finanza Pubblica.

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