Il Premio Nobel per l’Economia assegnato a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson: buone istituzioni, fondamento del buon governo

Il Premio Nobel per l’Economia assegnato a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson: buone istituzioni, fondamento del buon governo
Il Premio Nobel per l’Economia assegnato a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson: buone istituzioni, fondamento del buon governo
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Par ABDERRAHMANE MEBTOULProfessore universitario, esperto internazionale, Dottore di Stato in scienze economiche.

Il Premio Nobel per l’Economia 2024 è stato assegnato a tre americani: Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson, per il loro lavoro sull’impatto delle istituzioni sulla prosperità economica delle nazioni. Hanno dimostrato che le società con buone istituzioni – che promuovono lo stato di diritto e proteggono le persone dallo sfruttamento – sperimentano una crescita sostenibile, a differenza di quelle in cui tali istituzioni falliscono. Hanno sottolineato che istituzioni politiche ed economiche inclusive sono essenziali per incoraggiare l’innovazione, gli investimenti e, quindi, garantire la prosperità a lungo termine, un concetto che si riferisce al buon governo, oggetto di questo modesto contributo.

1. L’evoluzione storica del concetto di buon governo

1.1. Da un punto di vista storico

Questo concetto risale ad Aristotele, per il quale “ogni Stato è evidentemente un’associazione, e ogni associazione si costituisce solo in vista di qualche bene. Gli uomini non fanno mai nulla se non ciò che sembra loro bene, e ogni governo deve governare per il bene generale e non per il bene dei governanti”. Più recentemente, il buon governo è stato formalizzato da economisti americani, come Ronald Coase, nel 1937 La natura dell’impresa. Spiega che le aziende emergono perché il loro coordinamento interno consente di ridurre i costi di transazione generati dal mercato.

Questa teoria, riscoperta negli anni ’70 da economisti istituzionalisti come Oliver Williamson, ha portato a definire la governance come l’insieme dei meccanismi implementati da un’azienda per coordinare efficacemente le proprie attività. La governance aziendale è diventata un termine comune negli ambienti economici americani negli anni ’80, prima di estendersi alle politiche pubbliche alla fine di quel decennio.

Le istituzioni finanziarie internazionali, come la Banca Mondiale e l’OCSE, hanno successivamente adottato il termine “buon governo” per designare un’amministrazione pubblica efficace e trasparente, in particolare nei paesi in via di sviluppo e in transizione. Nel 1989, la Banca Mondiale parlò di “crisi di governance” in Africa, raccomandando una gestione più efficace del settore pubblico, nonché riforme volte a ripristinare lo stato di diritto, responsabilizzare i leader politici e decentralizzare i servizi pubblici.

Gli anni Novanta hanno segnato un punto di svolta nella ricerca sul buon governo, che si è posto come questione democratica: è una conseguenza o una causa della democrazia e dello Stato di diritto? Autori come Pierre Calame hanno sottolineato che la crisi dello Stato va oltre le sue funzioni interne e riguarda soprattutto la sua legittimità a formulare politiche pubbliche adeguate ai bisogni socioeconomici. Ricercatori come Aglietta e Boyer, con il loro lavoro sulla regolamentazione, hanno anche collegato la dinamica delle forze e delle istituzioni sociali all’accumulazione del capitale, in una prospettiva critica rispetto a teorie più classiche come quelle di Milton Friedman.

1.2. La consacrazione dell’opera sulle istituzioni

Nel 2009 il Premio Nobel per l’economia è stato assegnato a Elinor Ostrom per la sua analisi sulla governance economica dei beni comuni e a Oliver Williamson per il suo studio sui confini dell’impresa. Il loro lavoro si espande sulle analisi di Douglass North, leader della New Institutional Economics, che ha dimostrato che le istituzioni, siano esse politiche, sociali o economiche, determinano la struttura degli scambi umani e sono essenziali per la crescita a lungo termine.

Nel 2024, l’assegnazione del Premio Nobel a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson ricorda l’importanza delle istituzioni nella cooperazione sociale ed economica. Gli istituzionalisti hanno dimostrato che le imprese emergono per ridurre i costi di transazione e che una buona governance organizzativa promuove la cooperazione interna.

2. L’operatività del buon governo secondo le istituzioni internazionali

2.1. Visione delle istituzioni internazionali

Questi vari lavori hanno influenzato istituzioni come l’ONU, l’OCSE, il FMI e la Banca Mondiale. Secondo quest’ultimo, la governance è l’insieme di tradizioni e istituzioni attraverso le quali il potere viene esercitato per il bene di tutti, compreso il modo in cui i leader vengono scelti, controllati e sostituiti, nonché la gestione efficace delle risorse.

Le Nazioni Unite definiscono la buona governance attorno a diversi principi: partecipazione, trasparenza, consenso, equità, efficienza, responsabilità e visione strategica. Le istituzioni internazionali distinguono la governance politica (che include la governance globale e locale) dalla governance aziendale, che si concentra sulla gestione interna delle aziende.

2.2. Misurare il buon governo

Gli indicatori di governance globale mostrano che alcuni paesi, in particolare in Africa, stanno facendo rapidi progressi nella governance, mentre altri sono stagnanti o regrediscono. Questo progresso è spesso legato alle riforme avviate dai leader politici, dalla società civile e dal settore privato, che considerano il buon governo essenziale per una crescita sostenibile.

Conclusione

L’importanza del buon governo, a tutti i livelli (macro, meso e micro), è inseparabile dalla costruzione di uno Stato di diritto e dall’efficacia delle istituzioni, tenendo conto delle specificità culturali di ciascuna nazione. Non si limita alla promulgazione di leggi, ma comporta nuove norme politiche, sociali ed economiche adatte alla realtà delle società moderne.

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